Le linee-guida nazionali e internazionali raccomandano che i bambini con ASD seguano dei programmi di intervento comportamentale intensivo e precoce. Questo approccio fa riferimento all’utilizzo di strategie psicoeducative, in larga parte basate su tecniche cognitivo-comportamentali, per l’insegnamento di abilità finalizzate a compensare le difficoltà delle persone con ASD in molteplici aree evolutive. All’interno di questo approccio, diversi modelli pongono l’enfasi su obiettivi differenti e utilizzano varie strategie1,2.
Alcuni fattori sono comuni a tutti i modelli di trattamento di documentata efficacia: la precocità (l’intervento deve iniziare non appena sussista il forte sospetto di diagnosi di autismo); l’intensività (almeno 20 ore a settimane di attività psicoeducativa specificamente programmata); l’adattamento delle strategie educative e degli obiettivi di apprendimento all’età cronologica e all’età di sviluppo del bambino; l’utilizzo di strumenti di valutazione per determinare il profilo di punti di forza e punti di debolezza e, conseguentemente, le esigenze educative e gli obiettivi di apprendimento del bambino; un basso rapporto operatorialunni; il coinvolgimento della famiglia; l’enfasi su obiettivi di apprendimento nelle aree di comunicazione, socializzazione, e del comportamento adattivo; il riferimento a strategie educative ispirate al modello cognitivo-comportamentale, ma all’interno di una visione che tenga conto delle caratteristiche e preferenze del bambino e della sua famigia; l’utilizzo di strategie di generalizzazione e mantenimento delle abilità acquisite; e la predisposizione di periodiche valutazioni e aggiustamenti del piano educativo3,4.
Bibliografia
Da: Valeri G, Vivanti G. (2015). I disturbi dello spettro autistico. In: Vicari S, Vitiello B, eds. Terapia integrata in psichiatria dell’età evolutiva. Roma, Il Pensiero Scientifico Editore.