Antibiotici appropriati: questione di formazione

Un intervento di miglioramento della qualità in quasi 20 ambulatori degli Stati Uniti ha prodotto una riduzione del 7% nelle prescrizioni di antibiotici per le infezioni pediatriche acute del tratto respiratorio. Questo è quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Pediatrics.

Un risultato del genere proiettato a livello nazionale rappresenterebbe una diminuzione di oltre 1,5 milioni di prescrizioni di antibiotici per i bambini con infezioni acute del tratto respiratorio, è la stima dei ricercatori.

“I pediatri stanno continuando a trovare modi per evitare gli antibiotici non necessari e stiamo imparando il modo migliore per spiegarlo ai genitori”, ha detto Matthew P. Kronman, autore dello studio e professore associato di malattie infettive pediatriche al Seattle Children’s Hospital Healio. “Per i medici un messaggio da portare a casa è che anche negli ambulatori di cure primarie ci sono interventi che sono sia fattibili che efficaci per migliorare il modo in cui utilizziamo gli antibiotici”.

Il tema non è irrilevante sia nell’ottica dei risparmi per i servizi sanitari sia in quella della prevenzione dell’antibiotico-resistenza. La prescrizione di antibiotici per le infezioni acute del tratto respiratorio rappresenta infatti oltre il 70% di tutti quelli prescritti ai bambini in ambiente ambulatoriale ma circa un terzo di quelle prescrizioni è inappropriato, osservano gli autori.

Nella sperimentazione con disegno stepped-wedge, condotta da novembre 2015 a giugno 2018, è stato valutato l’efficacia di un intervento di prescrizione tra 57 medici – 50 pediatri e 7 infermieri – in 19 ambulatori. Sono stati inclusi pazienti di età compresa tra 6 mesi e 11 anni con visite per otite media acuta, bronchite, faringite, sinusite o infezione delle vie respiratorie superiori. In tutto 29.762 soggetti che hanno effettuato 72.723 visite da un pediatra per un’infezione acuta.

“I medici hanno ricevuto l’intervento sotto forma di tre moduli contenenti tutorial online e webinar su strategie di comunicazione basate sull’evidenza e prescrizione di antibiotici, sommari video e report di feedback individuali personalizzati per un periodo di 11 mesi.

Nella ricerca l’analisi intention-to-treat ha mostrato una diminuzione del 7% nella probabilità di prescrizione di antibiotici per infezioni del tratto respiratorio acuto tra il basale e un periodo post-intervento di 2-8 mesi (RR aggiustato = 0,93; IC 95% 0,9-0,96).

L’intervento ha portato a una diminuzione delle prescrizioni di antibiotici di seconda linea per faringite streptococcica (aRR = 0,66; IC 95% 0,5-0,87) e sinusite (aRR = 0,59; IC 95% 0,44-0,77); anche se la prescrizione per l’otite media acuta non è diminuita (aRR = 0,93; IC 95%, 0,83-1,03).

Tutte le prescrizioni di antibiotici per le infezioni virali acute del tratto respiratorio sono diminuite del 40% (aRR = 0,6; IC 95% 0,51-0,7).

“La combinazione di interventi per affrontare i molteplici fattori che contribuiscono alla prescrizione di antibiotici non necessaria, [inclusa] la formazione sulla comunicazione, la formazione sulle migliori pratiche e i rapporti di feedback, riduce efficacemente la prescrizione di antibiotici per le infezioni acute del tratto respiratorio e potrebbe portare a un miglioramento continuo nella prescrizione di antibiotici appropriata se i medici investiranno nella propria formazione”, hanno evidenziato Rana F. Hamdy (Children’s National Hospital di Washington, DC) e Sophie E. Katz (Vanderbilt University Medical Center) in un editoriale correlato allo studio.

Insomma, da sempre si sostiene che la terapia antibiotica appropriata passa per un massiccio intervento di formazione. Ora cominciano ad arrivare le prove.

Fonte
Vodicka TA et al. Reducing antibiotic prescribing for children with respiratory tract infections in primary care: a systematic review. Br J Gen Pract 2013;63(612):e445-54.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *