Bambini e antibiotici: è necessaria una svolta

I bambini sotto i cinque anni, in particolare i neonati, sono particolarmente vulnerabili alle infezioni resistenti ai farmaci. Ma la mancanza di ricerca e sviluppo per le nuove opzioni di trattamento li sta mettendo in grande rischio e una recente revisione Cochrane lo dimostra.

Con l’aumentare esponenziale del fenomeno della resistenza agli antibiotici, neonati e bambini si ritrovano infatti nella situazione peggiore: il numero già limitato di trattamenti per bambini e neonati sta diventando ancora meno efficace.

I neonati, cioè i bambini di età inferiore ai 28 giorni, sono particolarmente sensibili perché il loro sistema immunitario non è ancora in grado di combattere efficacemente le infezioni. Ciò è aggravato da degenze ospedaliere spesso lunghe e dal sovraffollamento dei reparti ospedalieri, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.

Le infezioni possono diffondersi rapidamente. In poche ore, un bambino con sepsi, un’infezione del sangue, potrebbe trovarsi in una situazione pericolosa per la vita. In caso di infezione i medici devono somministrare antibiotici molto rapidamente o il bambino potrebbe essere a rischio di vita. Eppure spesso si trovano di fronte a una realtà straziante: fino al 40% delle infezioni batteriche nei bambini ospedalizzati è resistente ai trattamenti standard.

Una recente revisione Cochrane con metanalisi si è occupata proprio di quale regime antibiotico è più sicuro ed efficace nel trattamento di neonati (neonati) e bambini con polmonite acquisita in ospedale

Sono stati inclusi quattro studi randomizzati con 84 bambini con polmonite acquisita in ospedale a diversi regimi antibiotici (Stati Uniti, America Latina, Europa e Sud Africa). Ciascuno dei quattro studi inclusi ha confrontato diversi regimi antibiotici, come segue: cefepime vs. ceftazidime; linezolid vs. vancomicina; meropenem vs. cefotaxime; e ceftobiprolo vs. cefalosporina.

Solo uno studio ha riportato gli esiti primari di morte per tutte le cause ed eventi avversi gravi (complicanze maggiori). Tre studi hanno riportato l’esito secondario di fallimento del trattamento. Due studi includevano principalmente polmonite acquisita in comunità e bambini ospedalizzati con infezioni batteriche, quindi i bambini con polmonite acquisita in ospedale costituivano solo sottogruppi delle popolazioni totali dello studio. Nessuno degli studi inclusi ha valutato la qualità della vita correlata alla salute, la morte correlata alla polmonite o eventi avversi non gravi (complicanze minori).

Dove sono stati riportati i risultati la certezza delle prove era molto bassa per ciascuno dei confronti.

Le prove disponibili non suggeriscono che un regime antibiotico sia più sicuro ed efficace di un altro nel trattamento di neonati e bambini con polmonite acquisita in ospedale. Sono necessarie ulteriori ricerche.

Si è conclusa da poco la Giornata mondiale dell’infanzia (20 novembre) ed è in corso la Settimana mondiale di sensibilizzazione sugli antimicrobici dal 18 al 24 novembre, due occasioni che ricordano a chi si occupa di sanità che è diventato un imperativo mettere i bambini al primo posto nello sviluppo di nuovi trattamenti antibiotici dando un’ulteriore spinta alla ricerca.

Fonte
Korang SK et al. Antibiotics for hospital-acquired pneumonia in neonates and children. Cochrane Database Syst Rev 2021 Nov 2;11(11):CD013864.

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