La pandemia da covid-19 ha intensificato anche l’emergere di notizie infondate, di convinzioni errate che hanno contribuito non solo a creare disinformazione, ma anche a influenzare i comportamenti e le scelte dei clinici e dei decisori sanitari. In alcuni casi, però, queste false verità sono state trasformate in veri e propri interrogativi di ricerca ai quali è stato possibile dare risposta.
Alcune ricerche – alcune anche molto citate, come quella riportata in bibliografia – avevano suggerito l’esistenza di un possibile maggior rischio per covid-19 nelle persone con gruppo sanguigno di tipo A e un rischio inferiore nelle persone con gruppo sanguigno di tipo O. [1] Tra gli aspetti studiati, anche la possibile maggiore suscettibilità di alcune popolazioni di persone. [2] Per verificare l’ipotesi di questa relazione, un gruppo di ricercatori ha disegnato e condotto uno studio di coorte utilizzando il database di un sistema integrato di cure nello Utah, negli Stati Uniti (24 ospedali e 215 ambulatori). Sono stati identificati 107.000 individui (età media: 42 anni) il cui gruppo sanguigno era stato annotato nella cartella clinica e che erano stati sottoposti a test per infezione da SARS-CoV-2 (96.000 risultati negativi e 11.000 positivi).
Tra le persone risultate positive, l’età avanzata e il genere maschile sono risultati associati in modo significativo a esiti clinici peggiori. Però, le analisi non hanno dimostrato alcuna associazione – né aumentata né ridotta – con la positività al test, con l’ospedalizzazione o con il ricovero in un’unità di terapia intensiva.
I risultati di questo studio – positivi per il rischio associato all’età e al genere – rafforzano la validità dei risultati negativi per le associazioni ipotizzate tra gruppo sanguigno e vulnerabilità e suscettibilità nei riguardi della malattia. Anche se un rischio in eccesso fosse associato al gruppo sanguigno di tipo A, come sembrava fosse suggerito da studi precedenti, sarebbe comunque notevolmente inferiore ai rischi associati all’età avanzata e al genere maschile.
Gli autori sottolineano l’importanza di condurre studi rigorosi e di ampie dimensioni e, al tempo stesso, i rischi insiti nella disseminazione di risultati della ricerca condizionati da bias metodologici di vario genere.
Fonti
1. Li J et al.. Association between ABO blood groups and risk of SARS‐CoV‐2 pneumonia. Br J Haematology 2020;190(1):24-7.
2. Barnkob MB et al. Reduced prevalence of SARS-CoV-2 infection in ABO blood group O. Blood advances 2020;4(20):4990-3.
3. Anderson JL et al. Association of sociodemographic factors and blood group type with risk of COVID-19 in a US population. JAMA Netw Open 2021;4(4):e217429.