I lockdown imposti per rallentare il contagio hanno evitato circa 3,1 milioni di decessi in 11 paesi europei. Questo è una delle conclusioni a cui è giunto un nuovo studio di modellizzazione pubblicato in questi giorni su Nature Research. La ricerca, firmata dagli scienziati dell’Imperial College di Londra che si occupano in pianta stabile di informare il governo britannico sulla situazione del virus, sembra dimostrare che le restrizioni (i lockdown o la chiusura delle scuole per esempio) e più in generale gli interventi non farmacologici hanno funzionato per tenere sotto controllo l’epidemia.
I ricercatori hanno utilizzato i dati dello European Centre for Disease Prevention and Control sulle morti in 11 nazioni (fino al 4 maggio 2020), confrontando il numero di decessi osservati nei paesi con quelli previsti dal loro modello se non fossero state imposte restrizioni. Le 11 nazioni erano: Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Austria, Danimarca, Norvegia, Svezia e Svizzera.
Più in dettaglio, i ricercatori hanno anche calcolato che gli interventi avevano causato una riduzione del numero di riproduzione di base (il famigerato R0) dell’82%, al di sotto di 1,0.
Il modello dell’Imperial college
Il modello inglese si basa su stime fisse di alcuni parametri epidemiologici come il tasso di mortalità per infezione, non include la variazione subnazionale e presuppone che i cambiamenti nel numero di riproduzione siano una risposta immediata agli interventi piuttosto che cambiamenti graduali nel comportamento. La stima è che per tutti i paesi considerati gli attuali interventi siano stati sufficienti per spingere il numero di riproduzione Rt sotto 1,0 (la probabilità di Rt <1,0 è del 99,9%) e a raggiungere il controllo dell’epidemia.
I risultati
Si è stimato che nel periodo preso in considerazione erano state contagiate cumulativamente tra 12 e 15 milioni di persone, cioè tra il 3,2% e il 4% della popolazione delle 11 nazioni. Ma questo dato non è uniforme tra i vari paesi, in Germania per esempio si parla di 710.000 persone, ovvero lo 0,85% della popolazione. All’estremo opposto si attesta il Belgio, con il più alto tasso di infezione tra i paesi presi in esame (8%), e la Spagna, dove si stima che sia stati contagiata circa il 5,5% della popolazione.
Visto che gli interventi di restrizione sono stati imposti in rapida successione, è difficile stimare l’effetto di ciascuno separatamente. Ma le misure di blocco adottate nel loro insieme hanno comunque avuto un effetto identificabile e “sostanziale”, riducendo, come si diceva, la trasmissione del virus di circa l’82%.
Il limite principale dello studio, rilevato dagli stessi autori è che nel modello si presume che ogni misura abbia lo stesso effetto in tutti i paesi, mentre nella realtà “l’efficacia del blocco è variabile diversi paesi”.
Lo studio di Berkeley
In un altro studio, pubblicato sempre su Nature Research, i ricercatori di Berkeley hanno messo in campo un metodo diverso – la modellizzazione econometrica utilizzata per valutare in che modo le politiche influenzano la crescita economica – per valutare le politiche di contenimento in Cina, Corea del Sud, Italia, Iran, Francia e Stati Uniti. il team americano ha confrontato i tassi di crescita delle infezioni prima e dopo l’implementazione di oltre 1.700 politiche locali, regionali e nazionali progettate per rallentare o arrestare la diffusione del Covid-19
Dopo aver valutato i dati sui tassi di infezione giornalieri e i timing di centinaia di interventi fino al 6 aprile, hanno confrontato i tassi di crescita delle infezioni prima e dopo l’attuazione delle politiche. Comparando quei risultati con uno scenario in cui non erano state messe in atto le stesse politiche, hanno quindi stimato che gli interventi avrebbero potuto prevenire o ritardare circa 62 milioni di casi confermati di Covid-19 nei sei paesi.
In generale dalle due ricerche emerge che i principali interventi non farmaceutici e il lockdown in particolare hanno avuto un grande effetto sulla riduzione della trasmissione, per cui è fondamentale prendere in considerazione un intervento continuato per tenere sotto controllo la trasmissione di SARS-CoV-2.
Fonti
Hsiang S et al. The effect of large-scale anti-contagion policies on the COVID-19 pandemic. Nature 2020 Jun 8. doi: 10.1038/s41586-020-2404-8. Online ahead of print.
Flaxman S. Estimating the effects of non-pharmaceutical interventions on COVID-19 in Europe. Nature2020 Jun 8. doi: 10.1038/s41586-020-2405-7. Online ahead of print.