L’accesso al metadone per il disturbo da uso di oppioidi durante la pandemia COVID-19

Uno studio cross-sectional pubblicato su JAMA Network Open ha confrontato gli accessi alla terapia con metadone per il trattamento della dipendenza da oppiacei durante la pandemia di COVID-19 in 14 stati degli Stati Uniti e in tre province canadesi.

L’accesso in tempi rapidi alla terapia con metadone è un aspetto critico per la prevenzione delle morti per overdose, infatti anche brevi ritardi nell’accesso sono associati a un ritardo nell’avvio del trattamento farmacologico, ad un aumento dell’uso illecito di oppioidi e delle morti per overdose.

Allo studio, condotto da maggio a giugno 2020, hanno partecipato i servizi che erogano metadone e che, nel 2018, hanno registrato il più alto tasso di mortalità per overdose. Un gruppo di ricercatori, appositamente formato, ha contattato i servizi simulando di essere in possesso di assicurazione sanitaria o di esserne sprovvisto e richiedendo un accesso per una visita.

In generale, il 10% dei servizi che erogano metadone ha rifiutato nuovi pazienti, anche se i servizi canadesi hanno offerto un accesso più tempestivo rispetto a quelli statunitensi.

Il 43% dei servizi contattato ha dichiarato che il rifiuto era legato alla pandemia da COVID-19, mentre il tempo medio di attesa per il primo appuntamento è risultato essere maggiore tra i servizi statunitensi rispetto a quelli canadesi.

Questi risultati suggeriscono che la pandemia di COVID-19 ha influenzato l’accesso alla terapia con metadone e che sono necessari cambiamenti al modello di programma di trattamento della dipendenza da oppiacei, soprattutto negli Stati Uniti, per migliorare la tempestività dell’intervento.

Fonte
Joudrey PJ et al. Methadone access for opioid use disorder during the COVID-19 pandemic within the United States and Canada. JAMA Netw Open 2021;4(7):e2118223.

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