L’integrazione prenatale con vitamina D ad alte dosi non ha avuto alcun impatto sull’asma e sulla dispnea persistente nei bambini di 6 anni nel follow-up di uno studio che suggeriva in precedenza la presenza di un effetto protettivo all’età di 3 anni.
I dati riportati dal Vitamin D Antenatal Asthma Reduction Trial (VDAART) avevano mostrato infatti una riduzione della dispnea ricorrente nei bambini di 3 anni nati da madri che avevano assunto una dose elevata di vitamina D (4.400 UI al giorno) durante la gravidanza. Nell’aggiornamento l’équipe di Augusto Litonjua (Medical Center dell’Università di Rochester a New York) ha randomizzato le donne in gravidanza a ricevere l’integrazione giornaliera di 4400 UI o 400 UI (dose di controllo) di vitamina D a partire dalla settimana 10 di gravidanza fino alla settimana 18. Le donne in gravidanza erano considerate ammissibili per lo studio se loro o il padre biologico erano soggetti ad asma, rinite allergica o eczema.
Lo studio di follow-up, ha mostrato che non c’era alcun effetto associato all’assunzione di vitamina D durante la gravidanza su asma o dispnea ricorrente all’età di 6 anni.
Lo studio di follow-up VDAART, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha incluso 806 bambini in tutto, di cui 360 (44,7%) con diagnosi di asma o dispnea persistente all’età di 6 anni. 176 di questi bambini (43,6%) sono nati da madri del gruppo ad alto dosaggio di vitamina D e 184 (45,9%) da quelle del gruppo di controllo.
Non sono stati osservati effetti della supplementazione materna di vitamina D sull’asma e sulla dispnea ricorrente, come pure effetti significativi sugli esiti secondari di eczema, rinite allergica e infezione del tratto respiratorio inferiore all’età di 6 anni. “Mentre lo studio non ha dimostrato un beneficio persistente per la vitamina D prenatale ad alte dosi sul rischio di asma dei bambini, dai dati di follow-up emerge che l’integrazione prenatale può avere qualche effetto positivo sullo sviluppo polmonare”, commenta Litonjua.
“Nel loro insieme, questi risultati suggeriscono che l’integrazione di vitamina D può essere efficace nel prevenire le forme transitorie di dispnea che si verificano nei bambini in età prescolare ma non l’asma correlato alle allergie, la forma più diffusa di malattia persistente durante gli anni scolastici”, hanno scritto Erika von Mutius e Fernando Martinez nell’editoriale di accompagnamento. “A differenza dell’asma in età scolare, la dispnea transitoria non è correlata alle allergie, e la causa più comune di dispnea indipendentemente dalla prognosi in questa fascia di età è rappresentata dalle malattie virali del tratto respiratorio inferiore.”
In ogni caso, in base ai risultati dello studio, l’integrazione prenatale “può ancora svolgere un ruolo nel prevenire le forme meno persistenti di dispnea nei neonati con una storia parentale di asma e allergie“, precisano von Mutius e Martinez. “Nonostante la sua buona prognosi, la dispnea transitoria può essere associata a gravi sintomi simili all’asma, specialmente durante la stagione dei virus”, prosegue l’editoriale. “Se studi futuri confermeranno l’effetto preventivo della supplementazione ad alto dosaggio di vitamina D in gravidanza per malattie virali del tratto respiratorio inferiore in età prescolare, si può prendere in considerazione l’integrazione di routine con dosi più elevate di quelle attualmente raccomandate.”
Fonte
Litonjua AA et al. Six-year follow-up of a trial of antenatal vitamin d for asthma reduction. N Engl J Med 2020;382(6):525-533.