EBM is “the conscientious, explicit and judicious use of current best evidence in making decisions about the care of the individual patient. It means integrating individual clinical expertise with the best available external clinical evidence from systematic research.” (Sackett D, 1996)
EBM is the integration of clinical expertise, patient values, and the best evidence into the decision making process for patient care. Clinical expertise refers to the clinician’s cumulated experience, education and clinical skills. The patient brings to the encounter his or her own personal and unique concerns, expectations, and values. The best evidence is usually found in clinically relevant research that has been conducted using sound methodology. (Sackett D, 2002)
Praticare la medicina basandosi sulle evidenze vuol dire integrare la propria esperienza clinica con le conoscenze scientifiche più affidabili (best available external evidence) e con i valori e le preferenze del malato.
Le migliori evidenze sono quelle desunte dagli studi controllati randomizzati condotti in maniera rigorosa e metodologicamente corretta, successivamente sintetizzate in revisioni sistematiche o in metanalisi.
Le “prove” affidabili sono quelle che derivano dalla ricerca clinica non condizionata da interessi commerciali o politici; hanno spesso rapida obsolescenza e propongono test comportamenti clinici più efficaci, più accurati e più sicuri.
Gli obiettivi della EBM
In medicina, così come in tutte le discipline scientifiche, si ricercano costantemente conoscenze sempre più approfondite e precise, nel tentativo di prevenire o di curare il maggior numero possibile di disturbi o patologie, nonché di promuovere la salute ed il benessere dei cittadini.
Si tratta in primo luogo di una scelta etica che, nell’attività quotidiana, si traduce in una prassi caratterizzata da una serie di interrogativi, i più frequenti dei quali sono:
- quale metodo ci consente di diagnosticare con maggiore facilità ed esattezza le cause di una determinata sintomatologia?
- Qual è il trattamento più efficace per la patologia diagnosticata?
- Cosa può permetterci di formulare una prognosi più attendibile?
- Cosa dire e cosa prescrivere al malato per rendere migliore la sua qualità di vita?
Chi lavora in ambito sanitario sente il bisogno di avere riscontro ai propri dubbi che possono riguardare, dunque, l’accuratezza degli esami diagnostici, il confronto tra l’efficacia di diversi trattamenti, l’affidabilità di marker prognostici, e così via. Nonostante sia un’esigenza molto avvertita, si ottiene una risposta attendibile solo in un caso su tre.
L’epidemiologia e la statistica medica sono le discipline che hanno accompagnato lo sviluppo della ricerca clinica, rendendo possibile la raccolta di informazioni quantitative e la loro interpretazione. Negli anni, la ricerca condotta su popolazioni di cittadini sani e malati ha permesso di valutare l’efficacia di procedure diagnostiche, di farmaci, di strategie riabilitative e di programmi di prevenzione. I risultati ottenuti attraverso gli studi clinici ed epidemiologici costituiscono il corpus di evidenze scientifiche che dovrebbe orientare le decisioni cliniche e programmatiche degli operatori della sanità.
È questa la premessa della evidence-based medicine (EBM), il movimento culturale che con maggior rigore ha voluto richiamare l’attenzione sul valore delle “prove”, ottenute secondo procedimenti metodologicamente corretti.
Con il termine “prove” non si intendono solo le conoscenze riguardanti l’efficacia di una terapia; infatti, uno studio può dimostrare anche la non efficacia di un trattamento o di una strategia diagnostica, così come mettere in luce gli effetti avversi di una terapia. In quest’ultimo caso parleremo di “evidenze di danno” o, in caso positivo, di “evidenze di sicurezza”.
Per approfondire, scarica il documento: Presentazione EBM (PDF 136 KB)