Sono state pubblicate su Lancet Psychiatry le prime linee guida complete per la gestione delle donne con anoressia nervosa in gravidanza.
L’anoressia nervosa in gravidanza è una causa di rischio aumentato di nati morti, bambini sottopeso o di parti pretermine, ma finora non esistevano linee guida chiare e specifiche sulla gestione della condizione.
“L’anoressia in gravidanza ha rappresentato un’area trascurata dell’assistenza clinica perché molti credevano che solo le donne in remissione rimanessero incinte, ed è chiaro che non è così”, spiega Megan Galbally (Centre of Women’s and Children’s Mental Health at Monash University School of Clinical Sciences, Melbourne, Australia).
Negli ultimi 3 o 4 anni, c’è stato un “forte aumento delle donne che si presentano in gravidanza con un indice di massa corporea (BMI) molto basso e anoressia nervosa che richiedono un trattamento”, aggiunge Galbally.
Nonostante la complessità della gestione dell’anoressia in gravidanza, sono disponibili pochi studi sull’assistenza. In una revisione sistematica i ricercatori hanno identificato soltanto otto studi che hanno affrontato la gestione in gravidanza. E in più si trattava di case-studies o case-report che esaminavano aspetti circoscritti della gestione delle pazienti.
Per migliorare i risultati gli autori hanno condotto una revisione più approfondita contemplando anche discipline e aree di competenza rilevanti per la gestione dell’anoressia nervosa in gravidanza. Poi hanno sintetizzato i risultati in “raccomandazioni e principi” per la cura multidisciplinare delle donne in gravidanza con anoressia nervosa.
È emerso che l’anoressia nervosa in gravidanza è associata a maggiori rischi di complicanze e a esiti peggiori per i bambini. Inoltre è stato osservato che indici tradizionali come l’IMC sono meno accurati in gravidanza per valutare la gravità o l’andamento dell’anoressia nervosa. Il meccanismo attraverso il quale l’anoressia si ripercuote sulla gravidanza consiste in: basso apporto calorico, carenze nutrizionali e vitaminiche, stress, digiuno, massa corporea ridotta e scarsa placentazione e funzione uteroplacentare.
Quindi l’anoressia nervosa in gravidanza, sottolineano gli autori, richiede un’assistenza multidisciplinare che tenga conto dei cambiamenti fisiologici delle donne e dei requisiti per il monitoraggio della crescita e dello sviluppo fetale.
Le raccomandazioni minime per il monitoraggio includono:
- Concentrazione di sodio, potassio, magnesio, fosfato e cloruro
- Ferro, vitamina D e densità minerale ossea, concentrazione di zucchero nel sangue (a digiuno o casuale) e A1c
- Funzionalità epatica (inclusi bilirubina, aspartato transaminasi, alanina aminotransferasi e gamma-glutamil transferasi) e funzionalità del midollo osseo (inclusi esame del sangue completo, conta leucocitaria, conta dei neutrofili, piastrine ed emoglobina)
- Marcatori infiammatori (proteina C-reattiva e velocità di eritrosedimentazione)
- Funzione cardiaca (elettrocardiogramma ed ecocardiogramma)
- Pressione arteriosa, frequenza cardiaca (sdraiata e in piedi) e temperatura corporea
“Anche se abbiamo fornito alcune raccomandazioni, l’assistenza richiede comunque un notevole adattamento alle presentazioni e alle circostanze individuali e questo è meglio farlo con un servizio di maternità che gestisce altre gravidanze ad alto rischio, ad esempio i team di medicina materno-fetale”, ha spiegato Galbally, “è importante che i servizi per la gravidanza ad alto rischio e la salute mentale lavorino insieme per migliorare l’assistenza alle donne con anoressia in gravidanza”.
Fonte
Galbally M, Himmerich H, Senaratne S, Fitzgerald P, Frost J, Woods N, Dickinson JE. Management of anorexia nervosa in pregnancy: a systematic and state-of-the-art review. Lancet Psychiatry. 2022 May;9(5):402-412. doi: 10.1016/S2215-0366(22)00031-1. Epub 2022 Mar 24. PMID: 35339207.