Secondo una ricerca statunitense pubblicata sul BMJ, anche l’uso a breve termine di corticosteroidi sarebbe associato a tassi superiori di sepsi, tromboembolismo venoso e fratture.
Lo studio
Da una banca dati nazionale USA sono stati esaminati i dati relativi a una popolazione di 1.548.945 adulti in un arco di 3 anni (2012- 2014); di questi, 327.452 (21.1%) avevano ricevuto almeno una prescrizione di corticosteroidi orali a breve termine. Le indicazioni più frequenti per l’uso dei corticosteroidi erano: infezioni del tratto superiore delle vie respiratorie, patologie spinali e allergie. Chi usava tali farmaci, rispetto a chi non li usava, era più frequentemente una persona anziana, di sesso femminile con più comorbilità. I corticosteroidi erano per lo più prescritti da medici di base e internisti, ma anche da specialisti di medicina d’emergeza e urgenza, otorinolaringoiatria e ortopedia.
Nel gruppo in studio, l’incidenza di eventi avversi aumentava in maniera significativa per chi usava corticosteroidi rispetto a chi non li usava; le fratture erano la complicazione più evidente (21 eventi ogni 1000 soggetti all’anno), seguite dal tromboembolismo venoso (5 eventi ogni 1000 soggetti) e dalla sepsi (2 eventi ogni 1000 soggetti all’anno).
Nei primi 30 giorni dall’inizio della terapia si è osservato un aumento dell’incidenza di
- sepsi: incidence rate ratio 5.30, IC 95% da 3.80 a 7.41;
- tromboembolismo venoso: incidence rate ratio 3.33, IC 95%, 2.78 – 3.99; fratture: incidence rate ratio 1.87, IC 95%, 1.69 – 2.07;
Tassi che successivamente diminuivano, nel periodo 31-90 giorni. Il rischio aumentato persisteva per dosi di prednisone (o equivalenti) inferiori a 20 mg/die (incidence rate ratio 4.02 per sepsi, 3.61 per tromboembolismo venoso e 1.83 per fratture; P<0.001).
Le fratture erano quindi la complicazione più frequente in chi usava corticosteroidi, seguite dal tromboembolismo venoso e dalla sepsi.
Perché questo studio?
Sono note le complicazioni legate all’uso cronico di corticosteroidi, ma sono stati meno approfonditi gli eventi avversi associati all’uso a breve termine. È importante saperne di più, perché l’uso di corticosteroidi è una delle ragioni più frequenti di ricovero per eventi avversi associati ai farmaci. Inoltre tali farmaci sono prescritti per un ampio ventaglio di patologie per i quali c’è consenso sulla loro efficacia, ma vengono prescritti anche in condizioni per le quali non ci sono evidenze sufficienti, tra le quali gli autori dell’articolo pubblicato sul BMJ segnalano dolori muscoloscheletrici aspecifici e rash cutanei. Per cui “sono necessari ulteriori studi per stabilire quale sia l’uso ottimale dei corticosteroidi e per cercare di capire se ci siano altri trattamenti che potrebbero migliorare la sicurezza dei pazienti”.
Fonti:
Waljee AK, et al. Short term use of oral corticosteroids and related harms among adults in the United States: population based cohort study. BMJ 2017;357:j1415
Università di Cagliari. Servizio di informazione sul farmaco: Uso a breve termine di corticosteroidi orali e danni correlati, 18 aprile 2017.