Attenzione all’obesità infantile

L’obesità infantile aumenta il rischio di diabete, ipertensione, asma, di disturbi del sonno e incide sulla qualità della vita. E, se trascurata, si protrae fino all’età adulta.

A livello globale, il quadro presentato dal rapporto pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha preso in esame gli effetti sulla salute di sovrappeso e obesità in quasi duecento paesi nell’arco di 25 anni, è “scoraggiante”. Nel 2015, 107.7 milioni di bambini e 603.7 milioni di adulti erano obesi. Dal 1980 la prevalenza dell’obesità è raddoppiata in più di 70 Paesi e ha continuato ad aumentare nella maggioranza degli altri paesi. E anche se la prevalenza dell’obesità nella popolazione infantile è inferiore rispetto a quella adulta, il tasso di aumento, in molti paesi, è superiore. Un indice di massa corporea elevato, inoltre, è stato responsabile nel 2015 di 4 milioni di decessi, e più di due terzi di questi erano legati a malattie cardiovascolari. Un dato positivo è che, nell’arco degli anni, a un aumento della prevalenza dell’obesità non è corrisposto un aumento della mortalità correlata: questo grazie a una migliore assistenza e gestione dei fattori di rischio. Il rovescio della medaglia, osservano Edward Gregg (CDC Atlanta) e Jonatham Shaw (Baker Heart and Diabetes Institute, Melbourne), è che il “mix di prevalenza aumentata e diminuita mortalità porta a vivere più anni da obesi e lascia più tempo per lo sviluppo delle malattie collegate, come diabete di tipo 2 e malattia renale cronica”.

Obesità infantile: a che punto è l’Italia?
Oltre 48.400 genitori e 48.900 bambini coinvolti in oltre 2600 classi di tutto il territorio nazionale: questi i numeri dell’ultima indagine condotta nel 2016 da OKkio alla Salute. Da un’analisi dei risultati emerge che il 21,3% dei bambini partecipanti è in sovrappeso mentre il 9,3% risulta obeso. Riguardo la variabilità regionale si confermano prevalenze più elevate al Sud e al Centro, anche se il gap tra le Regioni è leggermente diminuito nel corso degli anni. Il confronto con le rilevazioni passate evidenzia un trend di lenta ma costante diminuzione per quanto riguarda la diffusione del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini: complessivamente, in meno di dieci anni l’eccesso ponderale (sovrappeso più obesità) dei bambini è diminuito del 13%, passando da 35,2% nel 2008/2009 a 30,6% nel 2016).

Cattive abitudini
“In Italia l’8% dei bambini salta la prima colazione e il 33% fa comunque una colazione inadeguata, cioè sbilanciata in termini di carboidrati e proteine condizionando negativamente l’equilibrio calorico del resto dei pasti – spiega Angela Spinelli del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e Promozione della Salute. “Inoltre a metà mattina, il 53% dei bambini fa una merenda troppo abbondante e il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre il 36% consuma quotidianamente bevande zuccherate o gassate”. Non bisogna dimenticare che a una sana alimentazione si deve affiancare un adeguato movimento, attualmente ancora poco promosso. Infatti, il 23,5% dei bambini svolge giochi di movimento al massimo un giorno a settimana, il 33,8% dei bambini svolge attività fisica strutturata al massimo un giorno a settimana e il 18% non ha fatto attività fisica il giorno precedente l’indagine. Inoltre, solo circa 1 bambino su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Attitudini che si radicano ancora di più grazie all’uso scorretto delle tecnologie vecchie e nuove: il 44% ha la TV in camera, il 41% guarda la TV e/o gioca con i videogiochi/tablet/cellulari per più di 2 ore al giorno che è il massimo del tempo raccomandato dagli esperti.

In che misura sono utili gli interventi per la riduzione del peso? Due recenti revisioni Cochrane inducono a un cauto ottimismo. Nessuno mette in dubbio che stili di vita corretti, un’alimentazione migliore e l’attività fisica siano elementi chiave nella riduzione del peso, ma si è voluto verificare quanto siano efficaci gli interventi che promuovono abitudini più sane per ridurre obesità e sovrappeso nell’infanzia e nell’adolescenza.

La prima revisione ha esaminato le evidenze provenienti da 70 studi condotti su più di 8mila bambini di età compresa tra 6 e 11 anni provenienti da Europa, USA, Canada Nuova Zelanda, Australia, Giappone e Malesia. La maggior parte degli studi confrontava interventi per modificare i comportamenti con nessun trattamento o la gestione consueta. I risultati suggeriscono che interventi che comportano la promozione di dieta, attività fisica e cambiamenti dello stile di vita potrebbero avere un piccolo effetto a breve termine nella riduzione del peso. Secondo Emma Mead, la coordinatrice dello studio, “queste sono le evidenze più aggiornate che dimostrano che interventi per cambiare i comportamenti possono aiutare a trattare i bambini con sovrappeso e obesità. Anche se c’è bisogno di lavorare ancora per capire come mantenere gli effetti positivi degli interventi e capire quali sono quelli che funzionano meglio nei paesi a basso reddito e nelle famiglie con background sociodemografici diversi”.

La seconda revisione è stata condotta su 44 studi che hanno coinvolto 5mila ragazzi di età compresa tra 12 e 17 anni. Da tali studi risulterebbe che gli interventi ridurrebbero il peso di circa 3 chili e mezzo e che, secondo i trial che avevano un follow-up che arrivava a due anni, tali effetti si mantengono nel tempo. Abbiamo ora bisogno di capire “quali singoli interventi sono più efficaci e in chi, e comprendere meglio cosa ne pensano gli adolescenti”, sottolinea Lena Al-Khudairy, che ha coordinato lo studio.

C’è infine uno studio della Preventive Services Task Force statunitense (USPSTF) che ha analizzato le evidenze disponibili sullo screening per l’obesità in bambini e adolescenti e i benefici degli interventi per la gestione del peso. Lo statement conclusivo raccomanda questo tipo di screening per bambini di età superiore a 6 anni. Inoltre gli interventi comportamentali dovrebbero essere intensivi: gli interventi più efficaci prevedono sedute per almeno 26 ore complessive nell’arco di 2-12 mesi. Tutti gli interventi comportamentali efficaci coinvolgono anche i genitori e contemplano istruzioni di base su una nutrizione sana e sull’attività fisica; sono importanti anche interventi tesi al controllo degli stimoli, come limitare l’accesso a determinati alimenti e il tempo passato davanti agli schermi, e aiutare i partecipanti a identificare gli obiettivi, a automonitorarsi e a risolvere i problemi che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Va sicuramente nella giusta direzione l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020, pubblicato a febbraio 2014. I Paesi membri dell’Unione europea, tra cui anche l’Italia, hanno voluto rispondere all’esigenza di contribuire ad arrestare l’aumento di sovrappeso e obesità nei bambini e ragazzi (0-18 anni) entro il 2020. Il Piano d’azione, rivolto ai diversi Paesi europei, fornisce una base su cui lavorare per implementare delle politiche nazionali di contrasto all’obesità basate su otto aree prioritarie di intervento:

  • sostenere un sano inizio della vita
  • promuovere ambienti sani (in particolare nelle scuole e gli asili)
  • rendere l’opzione sana la scelta più semplice
  • limitare la commercializzazione e la pubblicità rivolta ai bambini
  • informare e responsabilizzare le famiglie
  • incoraggiare l’attività fisica
  • monitorare e valutare il fenomeno
  • potenziare la ricerca.

Come vediamo, dunque, gli interventi devono coinvolgere tutti, dalle istituzioni, agli operatori sanitari ai singoli individui, al fine di migliorare la salute di tutta la popolazione interessata.

Fonti e approfondimenti
The GBD 2015 Obesity Collaborators. Health Effects of Overweight and Obesity in 195 Countries over 25 Years. N Engl J Med 2017; 377:13-27.
Gregg EW, Shaw JE. Global health effects of overweight and obesity. N Engl J Med 2017; 377:80-81.

OKkio alla Salute: i dati nazionali 2016 Epicentro, 4/5/2017.
Angela Spinelli, Paola Nardone, Marta Buoncristiano, Laura Lauria, Daniela Pierannunzio – Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute, Cnapps-Iss. Promozione della salute e della crescita sana nei bambini della scuola primaria. OKkio alla Salute: i dati nazionali 2016
ISS. CS N°28/2017. Okkio alla Salute, diminuiscono sovrappeso e obesità infantile, ma l’Italia resta ancora tra i Paesi con livelli più alti in Europa, 4 Maggio 2017.
Paola Nardone e Angela Spinelli – Istituto superiore di sanità. Dal Consiglio d’Europa una stretta su sovrappeso e obesità infantile, 6 luglio 2017.

Mead E, Brown T, Rees K, Azevedo LB, Whittaker V, Jones D, Olajide J, Mainardi GM, Corpeleijn E, O’Malley C, Beardsmore E, Al-Khudairy L, Baur L, Metzendorf MI, Demaio A, Ells LJ. Diet, physical activity and behavioural interventions for the treatment of overweight or obese children from the age of 6 to 11 years. Cochrane Database of Systematic Reviews 2017, Issue 6. Art. No.: CD012651. DOI: 10.1002/14651858.CD012651.
Al-Khudairy L, Loveman E, Colquitt JL, Mead E, Johnson RE, Fraser H, Olajide J, Murphy M, Velho RM, O’Malley C, Azevedo LB, Ells LJ, Metzendorf MI, Rees K. Diet, physical activity and behavioural interventions for the treatment of overweight or obese adolescents aged 12 to 17 years. Cochrane Database of Systematic Reviews 2017, Issue 6. Art. No.: CD012691. DOI: 10.1002/14651858.CD012691.
Mead E et al. What’s the best way for children to lose weight? Here’s what the research says. Evidently Cochrane, June 26, 2017.
Mead E et al. Latest health evidence shows that making changes to diet, physical activity and behaviour may reduce obesity in children and adolescents. Cochrane, June 22, 2017.

US Preventive Services Task Force. Screening for Obesity in Children and Adolescents. US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA. 2017;317(23):2417-2426. doi:10.1001/jama.2017.6803

Spinelli A, Nardone P, Galeone D. Obesità infantile: l’Action Plan europeo 2014-2020. Epicentro, 3 aprile 2014.

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