Giovedì 4 luglio 2019 (Roma, Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio, h 15.30-17.30). Il futuro della sanità in Italia sarà una battaglia per chi i sistemi sanitari li dovrà far funzionare. Sarà una battaglia per i cittadini per le liste d’attesa lunghissime, a meno che non siano disposti a pagare di tasca propria. Sarà una battaglia che è possibile vincere se tutti fanno la loro parte: i politici mettendo più risorse, i medici allargando la visione anche agli sprechi e i cittadini facendo prevenzione con gli stili di vita. Questa è la tesi di fondo del libro La battaglia per la salute di Walter Ricciardi, edito da Laterza, da cui prende le mosse la BAL Talk.
In Italia l’insoddisfazione si è insinuata ormai in una parte consistente di chi pratica la professione medica. Le motivazioni sono sotto gli occhi di tutti. Una selezione durissima che prevede un investimento in molti anni di studio, la necessità di aggiornarsi continuamente, responsabilità non esattamente trascurabili hanno come contraltare uno status socio-economico non più adeguato. Senza contare il disagio che deriva da una formazione che non tiene nel dovuto conto la comunicazione con i malati (diventata ormai centrale nella cura) e la gestione manageriale delle risorse. Dal canto loro, i cittadini rimproverano ai medici la mancanza di empatia e il poco tempo dedicato ai pazienti.
In generale, però, l’aspetto più critico del sistema risiede nel ritardo culturale, organizzativo e gestionale delle strutture sanitarie del nostro paese, nell’aumento dei loro costi e nei danni provocati dalla crisi finanziaria che stiamo ancora attraversando.
Nella BAL Talk si partirà da una constatazione incontrovertibile, e cioè che l’Italia è comunque da anni ai vertici delle classifiche degli indicatori sanitari mondiali, con la maggiore aspettativa di vita dopo il Giappone e tassi bassissimi di mortalità materna e infantile, e questo grazie al Servizio sanitario nazionale, sopravvissuto negli anni ai tentativi di riforma (e a volte di affossamento), che ha scelto di non discriminare in base al livello socioeconomico. Ciononostante è evidente che il sistema sta attraversando una grave crisi che, senza interventi e cambiamenti di rotta, rischia di produrre una catastrofe civile e sociale. Se sarà una battaglia, varrà la pena combatterla…

BAL Talk 20 (PDF)
Il futuro della sanità sarà una battaglia?
Conversazione con ANGELA ADDUCE | Ragioneria generale dello Stato, Ministero dell’Economia e delle finanze | RENATO BOTTI | Direttore della Direzione regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria | ALESSIO D’AMATO | Assessore alla Sanità e alla integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio | SABINA NUTI | Rettrice della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa
Sarà presente: WALTER RICCIARDI | Autore del libro La battaglia per la salute
Modera: MARINA DAVOLI | Direttore del Dipartimento di epidemiologia del SSR del Lazio
Giovedì 4 luglio 2019 – h 15.30-17.30
Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio
via Cristoforo Colombo 112, Roma
Pina Gomma
3 Luglio 2019Il futuro del S.S.N. non è roseo né lo sarà se si continua a concedere tutto a tutti senza una discriminante basata sul reddito famigliare o individuale.
In qualità di farmacologo dipendente di un Azienda Sanitaria Pubblica mi occupo di Malattie Rare.
Spesso il S.S.N. concede ai pazienti non solo i farmaci necessari e di comprovata efficacia clinica per queste patologie, ma tutta una serie di integratori, parafarmaci, prodotti dietetici e prodotti per l’igiene della persona che nella prescrizione risentono delle simpatie dei medici prescrittori di una piuttosto che dell’altra Azienda Farmaceutica in grado di fare una buona propaganda pro domo sua, senza prove di efficacia a breve o lungo tempo del reale benefico per il paziente.
Le risorse del Paese Italia da destinare alla Sanità non sono infinite, del resto la stessa costituzione nell’Art. 32 recita ” la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti ……” NON a tutti in modo indiscriminato, ma in particolare, a chi non è in grado di pagarsi le prestazioni sanitarie e le cure mediche. Questa mia tesi può risultare impopolare per coloro che vogliono garantire un S.S.N. universale e livellante, nel senso che tutti hanno diritto a tutto, con il rischio di non concedere farmaci salvavita pur di concedere gli integratori e quant’altro, facendo il gioco delle Aziende Produttrici. Il vero asso nella manica è e resterà la PREVENZIONE ad ampio raggio, con l’invito a tuta la popolazione di ogni età, sesso e nazionalità di sottoporsi ogni anno a screening preventivi per le patologie oncologiche più frequenti che potrebbero essere ridotte significativamente con tali procedure e sensibilizzando ciascun cittadino verso una corretta alimentazione e stile di vita.
Ciascuno ha i diritto/dovere di stare in buona salute, nell’interesse della collettività.