La pandemia di covid-19, un evento epocale capace di stravolgere la vita quotidiana di intere aree del pianeta mettendone a dura prova la resistenza sociale, politica ed economica, ha portato con sé anche un affollamento informativo (la cosiddetta “infodemia”) fatto di enormi quantità di dati, di comprensibili paure, e di innumerevoli previsioni, non sempre azzeccate.
Di fronte a un evento di queste dimensioni, ora che, almeno in Europa, l’epidemia sembra concedere un po’ di tregua, è arrivato il tempo delle riflessioni, del pensiero critico, per provare a disegnare i contorni della crisi, dagli antecedenti a oggi, analizzando i cambiamenti che ha già innescato e quelli che comporterà in un futuro più o meno prossimo, a cominciare dal sistema sanitario.
Il libro “Le politiche sanitarie e il coronavirus” (Castelvecchi) si sofferma sugli aspetti più rilevanti messi in evidenza dalla pandemia, dalle capacità di tenuta dei servizi di assistenza sanitaria alle gravi debolezze strutturali che hanno avuto un peso non indifferente nel precipitare della situazione. Di fronte a uno scenario di questo genere, riacquista una nuova centralità l’idea di un sistema sanitario rinnovato e centrato sulle persone. Con gli strumenti a disposizione e i nuovi spazi di manovra che la crisi è in grado di offrire, diventa fondamentale pensare in modo nuovo, facendo tesoro delle esperienze recenti per sfuggire alle logiche ormai logore che abbiamo ereditato.
Nella BAL Talk 23 (che si è svolta ancora una volta nella formula “virtuale”) discutono a tutto campo di questi temi Donata Lenzi (esperta di temi etici), Nerina Dirindin (Associazione Salute Diritto Fondamentale) e l’autore del libro Carlo Saitto (medico di Sanità Pubblica), La discussione è coordinata da Marina Davoli (Direttore del Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio).
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