Uno studio randomizzato controllato norvegese su un tema piuttosto discusso – gli effetti a lungo termine dello screening con la sigmoidoscopia sull’incidenza e la mortalità del cancro del colon-retto – ha fornito risultati decisamente sorprendenti. L’incidenza del cancro del colon-retto e la mortalità si sono ridotte come previsto negli uomini, mentre nelle donne l’effetto è stato scarso o nullo.
Lo screening è stato messo a confronto con “nessuno screening” in un campione di quasi 100.000 soggetti di età compresa tra i 54 e i 64 anni senza precedente cancro colorettale. Quelli del gruppo di screening sono stati ulteriormente assegnati in modo casuale alla sigmoidoscopia da sola o con un singolo esame del sangue occulto nelle feci. I tassi di adesione sono stati del 64,7% nelle donne e del 61,4% negli uomini. Ai partecipanti risultati positivi allo screening è stata proposta successivamente una colonscopia.
Dopo un follow-up mediano di 14,8 anni tra gli uomini, sono stati osservati 186 casi di tumore del colon-retto nel gruppo screening e 962 nel gruppo di controllo, corrispondente a una riduzione del rischio del 34% (HR 0,66; 95%IC 0,57-0,78). Un totale di 57 uomini sono morti di cancro del colon-retto nel gruppo di screening e 305 nel gruppo di controllo, una riduzione del 37% (HR 0,63; 95% IC 0,47-0,83). Per gli uomini, la riduzione del rischio assoluto è stata dello 0,78% per l’incidenza (dal 2,5% all’1,72%) e dello 0,33% per la mortalità (dallo 0,81% allo 0,49%). Per le donne lo screening, come detto sopra, ha avuto un effetto molto limitato. En passant, l’aggiunta del test del sangue occulto nelle feci non ne ha migliorato l’efficienza.
Nell’editoriale che accompagna l’articolo pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, Kristen Bibbins-Domingo dell’Università della California ed ex presidente della Task Force dei servizi preventivi degli Stati Uniti propone una spiegazione della disparità di genere nei risultati dello screening. La sua tesi è che gli uomini hanno un più precoce picco di incidenza di cancro del colon-retto rispetto alle donne, di conseguenza “con uno screening una tantum, l’età allo screening potrebbe essere troppo anticipata per intercettare la maggior parte delle donne che svilupperà il cancro”.
Mentre Richard Lehman, dalle colonne del suo popolarissimo blog Richard Lehman’s weekly review of medical journals, commenta laconicamente: “Mi piacerebbe offrire un premio alla persona che si presenta con la spiegazione più plausibile. Per il momento, serve solo come un altro esempio del fatto che in medicina poche cose sono prevedibili. Se vuoi sapere cosa sta per accadere, devi provarlo e confrontarlo con quello che è successo altrove. Sarei curioso di sapere se questo folle fenomeno può essere confermato da altri studi sullo screening con sigmoidoscopia”. In attesa del vincitore, resta da capire se i programmi di screening di altri paesi europei (Italia compresa) decideranno di tenere conto dei risultati.
Fonte
Holme Ø et al. Long-term effectiveness of sigmoidoscopy screening on colorectal cancer incidence and mortality in women and men: a randomized trial. Ann Intern Med 2018 Apr 24. doi: 10.7326/M17-1441. [Epub ahead of print]