Cannabidiolo nei pazienti epilettici: una revisione sistematica

Secondo una revisione sistematica, rispetto ad altri cannabinoidi l’uso del cannabidiolo (CBD) è un’opzione relativamente sicura per i pazienti epilettici.

La Food and Drug Administration (US-FDA) degli Stati Uniti e l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) hanno approvato l’uso del CBD in diverse forme di epilessia grave, ad esempio le sindromi di Dravet e Lennox-Gastaut. Anche se studi precedenti hanno esaminato l’efficacia e il profilo di sicurezza del CBD, mancano revisioni sistematiche che riportano gli eventi avversi correlati all’uso di CBD nei pazienti epilettici o affrontano i limiti delle revisioni pubblicate in precedenza.

Dalla revisione sistematica sono stati identificati 3280 RCT, di cui 1350 duplicati. Lo screening di 1930 pubblicazioni, inclusi 61 studi per il testo completo, ha prodotto nove articoli che soddisfacevano i criteri di ammissibilità per la sintesi qualitativa e quantitativa. La maggior parte degli studi inclusi erano RCT multicentrici pubblicati tra il 2017 e il 2022, con partecipanti di età compresa tra 1 e 57 anni. I pazienti epilettici presentavano varie forme di epilessia, ad esempio l’epilessia associata alla sclerosi tuberosa.

I risultati dello studio hanno mostrato che la percentuale complessiva di eventi avversi (di qualsiasi grado) era più del doppio nei pazienti epilettici nel braccio CBD rispetto ai controlli (9,7% vs. 4,0%). I tre eventi avversi più comuni nel gruppo CBD sono stati sonnolenza, perdita di appetito e piressia, riscontrati rispettivamente nel 22%, 19,5% e 15,3% dei pazienti epilettici.

In particolare, l’uso di CBD ha anche aumentato il rischio di innalzamento dei valori di alanina transaminasi (ALT) o di aspartato aminotransferasi (AST). Al contrario, i tre eventi avversi più comuni nel gruppo di controllo sono stati l’infezione del tratto respiratorio superiore (URT), seguita da diarrea e piressia, riscontrati rispettivamente nell’11,8%, 10,9% e 10,2% delle persone.

Le percentuali di eventi avversi lievi, moderati e gravi nel braccio CBD erano rispettivamente dell’11,1%, 3,1% e 1,2%. Nel braccio di controllo sono risultati relativamente inferiori, con percentuali complessive rispettivamente del 6,4%, 1,3% e 0,7%.

Come previsto, la percentuale complessiva di eventi avversi che ha portato all’interruzione dello studio è stata notevolmente inferiore nei controlli rispetto al gruppo CBD (0,7% vs. 2,4%).

L’uso di CBD ha anche aumentato notevolmente il rischio di eventi avversi di qualsiasi grado e di eventi avversi di grado grave alle rispettive percentuali del 9,7% e dell’1,2%, nonché di eventi avversi che portano alla riduzione della dose.

Infine, l’analisi dei dati raccolti da quattro studi ha mostrato che la manifestazione moderata di sonnolenza era significativamente più alta nel gruppo CBD rispetto al gruppo di controllo, con un RR di 3,62 (95%) e i ricercatori hanno notato un’associazione tra sonnolenza (AE correlato all’uso di CBD) e assunzione di clobazam, come evidenziato nella maggior parte degli RCT inclusi.

Nel complesso quindi dalla revisione emerge il CBD si può usare con relativa sicurezza nei pazienti epilettici. Tuttavia, dal momento che non sono mancati eventi avversi (ad esempio sonnolenza, aumento di AST o ALT), gli studi futuri dovrebbero confrontare il suo profilo di rischio con quello degli altri farmaci antiepilettici, individuando nel contempo la dose sicura ed efficace di CBD in questo tipo di trattamento.

Fonte
Fazlollahi A et al. Adverse events of cannabidiol use in patients with epilepsy. JAMA Network Open 2023;6(4):e239126.

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