Fa discutere l’articolo sul consumo di sodio e la relazione con gli eventi cardiovascolari pubblicato sul Lancet.
Dall’analisi dei dati relativi a 133118 persone (63 559 con ipertensione e 69 559 senza ipertensione) provenienti da 49 paesi, risulterebbe l’associazione di un basso consumo di sodio con un aumento del rischio cardiovascolare e morte, sia in presenza, sia in assenza di ipertensione. Un alto consumo di sodio (superiore a 7 g), confrontato con un consumo moderato, sarebbe associato a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari e morte solo nella popolazione ipertesa, mentre non ci sarebbe tale associazione nella popolazione normotesa. “Questi dati suggeriscono”, concludono gli autori, “che la politica di riduzione dell’assunzione di sodio va indirizzata alle popolazioni con ipertensione che hanno una dieta ad alto contenuto di sodio”.
Sul Portale di Epidemiologia per la Sanità Pubblica (EpiCentro) un gruppo di autori del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Cnesps-Iss, sulla base delle evidenze, critica lo studio e ribadisce le posizioni delle principali istituzioni nazionali e internazionali, a cominciare dall’OMS che raccomanda un consumo di sale inferiore a 5 grammi di sale al giorno (più o meno quelli contenuti in un cucchiaino da tè), che corrispondono a circa 2 grammi di sodio.
Su EpiCentro vengono riportate anche le osservazioni di Pasquale Strazzullo, in qualità di presidente della Società italiana per la nutrizione umana, e le ragioni del giudizio negativo, condiviso anche dall’American Heart Association. Prende posizione anche il Ministero della Salute, con il comunicato stampa “Sale e malattie cardiovascolari, alcune precisazioni” (7 giugno).
“Diffondere conclusioni infondate può essere pericoloso sia a livello di popolazione (la disinformazione può generare confusione tra i cittadini) sia a livello di governance sanitaria”, si legge su EpiCentro, che precisa: “La riduzione del sale nell’alimentazione è, infatti, una delle priorità delle politiche nazionali e internazionali di prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. In questa prospettiva, in Italia, il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 ha previsto lo sviluppo di interventi mirati alla riduzione del consumo di sale nell’alimentazione, impegnando le Regioni a raggiungere questo obiettivo attraverso interventi mirati”.
Fonti:
Giampaoli S, Donfrancesco C, Palmieri L, et al. Sodio e malattie cardiovascolari: attenzione a ciò che si legge. EpiCentro, 9 giugno 2016.
PURE, EPIDREAM and ONTARGET/TRANSCEND Investigators. Associations of urinary sodium excretion with cardiovascular events in individuals with and without hypertension: a pooled analysis of data from four studies, Lancet, published online 20 May 2016. doi:10.1016/S0140-6736(16)30467-6
O’Brien E. Salt—too much or too little? Lancet, published online 20 May 2016.
Per approfondire (dall’articolo di EpiCentro)
Il documento Diet, Nutrition and the Prevention of Chronic Diseases. Report of a joint WHO/FAO expert consultation. WHO Technical Report Series 916/2003 e il documento Oms Sodium intake for adults and children, 2012.
Effects of Diet and Sodium Intake on Blood Pressure: Subgroup Analysis of the DASH-Sodium Trial, Ann Intern Med. 2001;135:1019-1028.
Effect of modest salt reduction on blood pressure: a meta-analysis of randomized trials. Implications for public health, Journal of Human Hypertension 2002;16:761–70.
Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure, Hypertension 2003;42:1206-52.
Experts criticize new study about salt consumption, American Heart Association, 20 maggio 2016.
Sul sito della Sinu, gli articoli Un cattivo studio su sale e malattie di cuore conduce a conclusioni sbagliate e pericolose per la salute pubblica e Approfondimento sui problemi metodologi dello studio di Mente e coll. a cura di Pasquale Strazzullo (presidente della Sinu)
La sezione dedicata a sale e sodio sul sito del progetto Cuore.
Il sito del Gruppo di Lavoro Intersocietario per la Riduzione del Consumo di Sale in Italia (Gircsi).
Il Piano nazionale della prevenzione 2014-2018, pubblicato il 14/11/2014 (pdf 6,8 Mb) e il Documento di indirizzo per l’attuazione delle linee di supporto centrali al Piano nazionale della prevenzione 2014-2018 (pdf 340 kb) che lo affianca.