I ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health, della Harvard University e del Dana-Farber Cancer Institute hanno condotto una revisione sulle prove disponibili rispetto alle potenziali associazioni tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e gli esiti negativi di salute in caso di covid-19.
L’articolo è in fase di peer review, ma una versione preprint è già disponibile sul server medRxiv.
Da un cospicuo numero di studi sono arrivate prove evidenti a sostegno del fatto che l’esposizione a breve e lungo termine all’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di mortalità e morbilità. D’altra parte l’inquinamento atmosferico contribuisce alle infezioni respiratorie e a varie condizioni di salute croniche, incluse le malattie cardiache, le malattie polmonari ostruttive croniche e il diabete.
Lo studio
Per la revisione il team d ricerca ha utilizzato PubMed, Embase, Cochrane, Web of Science, medRxiv e bioRxiv. Sono stati inclusi 28 articoli, classificati come studi a lungo termine, studi di serie storiche a breve termine e studi trasversali a breve termine. Dei 28 studi, 27 hanno riportato un’associazione positiva statisticamente significativa tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e gli esiti per la salute nel covid-19.
Più in particolare:
Sia queste serie storiche che gli studi trasversali hanno ipotizzato che l’esposizione a breve termine all’inquinamento atmosferico aumenti la trasmissione di SARS-CoV-2 o la gravità del covid-19.
Problemi di uniformità
I ricercatori hanno sottolineato le significative differenze tra gli studi rispetto all’utilizzo di modelli statistici, set di dati, fattori di confondimento e risultati sulla salute del covid-19:
Margini di miglioramento
“Non esiste una definizione uniforme di “morte per covid-19”, e ci sono anche errori diagnostici nei casi di covid-19”, scrivono gli autori. “Questo potrebbe potenzialmente contribuire a un alto grado di sovrastima o sottostima”.
Dei 28 studi, 27 erano studi ecologici che comportano l‘interpretazione dei dati statistici basata su inferenze sulla natura degli individui a partire dal gruppo a cui appartengono. Questo tipo di analisi dei dati non si adatta generalmente ai fattori di rischio individuali come età, sesso, etnia o occupazione.
Aumentare l’affidabilità di questo tipo di ricerche nell’area in questione richiederebbe l’accesso a dati rappresentativi a livello nazionale e individuale sugli esiti sanitari del covid-19, compresi i dati sugli indirizzi di residenza, quelli demografici e i fattori confondenti. “Una sfida enorme che richiederà molti compromessi legali, etici e sulla privacy”.
Prospettive future
L’obiettivo principale dichiarato della revisione era quello di stabilire modi per iniziare a superare le tante sfide metodologiche degli studi epidemiologici sulla salute ambientale. Ma altrettanto importante è l’identificazione di nuove opportunità, aggiungono gli autori.
“Ad esempio, le misure estreme attuate durante il lockdown stanno fornendo nuove opportunità di ricerca per indagare importanti sulle riduzioni ottenibili nell’esposizione all’inquinamento atmosferico e gli effetti sulla salute”. “Queste misure di blocco rappresentano un’opportunità unica per valutare la misura in cui diversi inquinanti sono diminuiti e stimare i potenziali effetti “benefici” sugli esiti sanitari”, prospettano in conclusione gli autori.
Fonte
Dominici F, et al. Air pollution, SARS-CoV-2 transmission, and COVID-19 outcomes: a state-of-the-science review of a rapidly evolving research area. medRxiv 2020. doi: https://doi.org/10.1101/2020.08.16.20175901
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