Sorpresa. Per i pazienti con demenza che presentano sintomi di aggressività e agitazione, interventi come attività all’aria aperta, massaggi e terapia del tocco possono in alcuni casi essere più efficaci dei farmaci, almeno in base ai risultati di uno studio appena pubblicato sugli Annals of Internal Medicine.
La demenza colpisce un numero attorno ai 50 milioni di persone in tutto il mondo e sintomi come ansia, agitazione e aggressività sono all’ordine del giorno per i ¾ di chi ne soffre. Dalla revisione sistematica e dalla metanalisi, condotte dal St. Michael’s Hospital of Unity Health di Toronto e dall’Università di Calgary arriva la notizia che le attività all’aperto sono state clinicamente più efficaci dei farmaci antipsicotici per il trattamento dell’aggressività fisica nei pazienti con demenza. Per i pazienti con agitazione fisica, invece, sono il massaggio e la terapia del tatto a dare i risultati migliori, sia rispetto alle cure farmacologiche standard che al supporto dei caregiver.
“Sfortunatamente, la nostra comprensione dell’efficacia comparativa dei farmaci rispetto agli interventi non medici nel trattamento dei sintomi psichiatrici è stata limitata della mancanza di studi controllati randomizzati testa a testa tra le due strategie”, ha commentato Jennifer Watt, ricercatrice presso l’Istituto Li Ka Shing del St. Michael’s Hospital.
Per cercare di ovviare a questa situazione hanno scelto il miglioramento dell’aggressività e dell’agitazione come i due principali esiti su cui concentrarsi nell’analisi e nella revisione. La ricerca si è svolta su MEDLINE, EMBASE, il Cochrane Central Register of Controlled Trials, CINAHL e PsycINFO, letteratura grigia e liste di referenze da studi selezionati e revisioni sistematiche. Sono stati presi in considerazione in totale 163 studi randomizzati controllati che hanno coinvolto 23.143 persone con demenza.
In dettaglio, l’analisi degli interventi mirati all’aggressività e all’agitazione (148 studi [21686 pazienti]) ha mostrato che l’assistenza multidisciplinare (differenza media standardizzata [SMD], -0,5 [IC 95% -0,99–0,01]), la terapia del tocco e il massaggio (SMD -0,75, IC 95% -1,12–0,38]) e la musica combinata con il massaggio e la terapia tattile (SMD -0,91, IC 95% -1,75–0,07) erano clinicamente più efficaci delle cure normali. La terapia ricreativa (SMD -0,29, IC 95% -0,57–0,01]) invece si è rivelata statisticamente ma non clinicamente più efficace delle cure normali.
Quanto ai limiti dello studio, c’è da rilevare che nel 46% degli studi mancavano dati sugli di dati sugli esiti e non sono stati valutati danni e differenze di costo delle terapie.
Anche se lo studio permette il confronto tra i due tipi di interventi, i ricercatori sottolineano che i sintomi neuropsichiatrici della demenza non hanno una soluzione unica per tutti.
“Il trattamento deve essere adattato al paziente e alla sua esperienza specifica”, ha affermato Straus, che è anche geriatra presso il St. Michael’s. “Questo studio, tuttavia, fa luce sull’opportunità di prendere in considerazione la priorità di diversi tipi di interventi per l’aggressività e l’agitazione quando appropriato.”
Alle prossime ricerche spetterà il compito di approfondire l’influenza delle caratteristiche dei singoli pazienti sulla loro risposta agli interventi.
Fonte
Watt JA et al. Comparative efficacy of interventions for aggressive and agitated behaviors in dementia: a systematic review and network meta-analysis. Ann Intern Med 2019;171:633-642.