Dietoterapia di precisione? No grazie

In una medicina costantemente a caccia di novità – prima ancora che di innovazione – la medicina di precisione sembra aver perso la priorità acquisita solo poche stagioni fa, a vantaggio dei due argomenti del giorno: digital therapy e, soprattutto, terapie avanzate. Ma il sasso gettato dai sostenitori della precision medicine si è comunque allargato fino a toccare le sponde di alcune discipline specialistiche come la nutrizione che non hanno perso l’occasione per proporsi come ambito per accoglierla e coltivarla.

La Precision nutrition (PN), talvolta definita anche come “nutrizione personalizzata”, è stata sviluppata per fornire consigli dietetici e preventivi più pratici delle linee guida “one-size-fits-all”. Oggi sembra più plausibile poter intervenire in modo mirato su abitudini e stili di vita individuali, grazie all’intelligenza artificiale, alle applicazioni per smartphone, alla memorizzazione dei dati su cibi e calorie assunti e sulle distanze giornaliere compiute, attraverso dispositivi indossabili o semplici apps presenti nel telefono. Di conseguenza, diversi centri di ricerca e nutrizione clinica hanno iniziato a considerare la PN come una nuova modalità utile per proporre l’intervento dietetico “giusto” alla persona “giusta”. Una proposta personalizzata, dunque, che tenga conto delle caratteristiche individuali genetiche, psicologiche, comportamentali e dell’immancabile microbiota intestinale. Questo approccio è stato in certa misura anche raccomandato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea (European Commission, 2018) che tra le righe lascia immaginare che una dieta ritagliata sulle proprie caratteristiche personali possa addirittura risultare più gradevole da seguire oltre che maggiormente efficace per la riduzione del sovrappeso.

Però, già un articolo uscito su una rivista del gruppo del Lancet nel 2018 metteva in discussione i risultati ottenuti dalla PN nella prevenzione e nella gestione del diabete di tipo 2 (Wang et al., 2018): “Nonostante i progressi tecnologici – scrivevano gli autori – sono necessarie molte ricerche prima che la nutrizione di precisione possa essere ampiamente utilizzata in contesti clinici e di salute pubblica. Attualmente, il settore dell’alimentazione di precisione affronta sfide diverse, tra cui la mancanza di risultati robusti e riproducibili, l’alto costo delle tecnologie omiche e le questioni metodologiche nella progettazione dello studio, nonché l’analisi e l’interpretazione dei dati di alto volume.”

Le riserve sulla PN sono state da poco ribadite da un’interessante rassegna uscita sull’International journal of Epidemiology e accessibile gratuitamente a tutti i lettori (Chatelan et al., 2019). Gli autori hanno come riferimento la classica distinzione di Geoffrey Rose tra approccio di popolazione e approccio ad alto rischio (Rose, 1985) secondo la quale un gran numero di persone a basso rischio di malattia può generare un maggior numero di casi di malattia di quanti possano, invece, originare in un piccolo gruppo di individui ad alto rischio. “I determinanti fondamentali della salute della società – scriveva Rose – devono quindi essere cercati nelle caratteristiche della popolazione: la minoranza deviante può essere compresa solo se vista nel contesto societario, e una prevenzione efficace richiede cambiamenti indirizzati alla popolazione come unica entità (Rose, 2012).”

In linea con questo assunto, gli autori della rassegna spiegano che le cause dell’incidenza dell’obesità sono “ampiamente collegate alle condizioni di vita della popolazione nel suo insieme che incoraggiano un eccessivo apporto di cibo e scoraggiano l’attività fisica.” Sebbene il lavoro di Rose sia antecedente al progetto genoma umano e alle più recenti scoperte in ambito genetico, l’epidemiologo inglese riconobbe comunque l’importanza della comprensione dei determinanti genetici senza però giudicarli incompatibili con la strategia di popolazione. “Una persona con una suscettibilità genetica – spiegavano Kay Tee-Kaw e Sir Michael Marmot nella nota introduttiva al libro di Rose – potrebbe non sviluppare la malattia in un ambiente dove non è esposto ad uno qualsiasi dei fattori che può influenzare l’espressione del gene. Quindi […] la sfida consiste nell’identificare quei fattori che influenzano l’esposizione totale della popolazione in modo da spostare la distribuzione e, quindi, il numero degli individui geneticamente suscettibili che si trovano al di sopra della soglia che definisce la malattia.”

Le strategie per il contrasto del sovrappeso e dell’obesità che si focalizzano sui singoli individui – scrivono Chatelan, Bochue e Frohlich – spesso offrono un successo temporaneo e palliativo, tutt’altro che radicale a livello di popolazione, perché non modificano le condizioni che determinano la distribuzione complessiva del rischio.” Diversamente, bisognerebbe agire su determinanti sociali e di popolazione, come per esempio sulla distribuzione dei cibi di qualità più scadente nei negozi maggiormente accessibili alle persone a basso reddito, oppure sull’offerta dei ristoranti più popolari che sempre più spesso propongono menu “all you can eat” a basso costo e di modesta qualità.

Un’ultima preoccupazione riguarda il pericolo che un approccio personalizzato possa anche andare in direzione contraria alla ricerca di maggiore equità nell’accesso ai servizi sanitari e alla distribuzione della salute: gli individui più consapevoli, istruiti e competenti avrebbero sicuramente maggiori strumenti per seguire abitudini di vita salutari e prescrizioni dietetiche salubri. Quella della nutrizione di precisione è una china scivolosa, una delle spinte che potrebbe contribuire a rendere inevitabile – perché “necessario” – un cambiamento radicale di sguardo: dalla tutela della salute come diritto fondamentale del cittadino parte di una comunità alla protezione del benessere come capacità di risposta individuale.

In altri termini, dal servizio sanitario nazionale alle assicurazioni private.

Fonti
Chatelan A et al. Precision nutrition: hype or hope for public health interventions to reduce obesity? Int J Epidemiology 2019;48:332-42.
European Commission. EU Programmes 2014–2020. Horizon2020. TOPIC: Personalized Nutrition. Ultimo accesso 14 giugno 2019.
Rose G. Sick individuals and sick populations. Int J Epidemiology 1985;14(1).
Rose G. Le strategie della medicina preventiva. 2° edizione. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2012.
Wang DD et al. Precision nutrition for prevention and management of type 2 diabetes. The Lancet Diabetes Endocrinology 2018;6(5):416-26.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *