È ora di muoversi: per ognuno, l’esercizio giusto

Recenti studi confermano che l’esercizio fisico, oltre e prevenire una serie di patologie, è utile anche in molte condizioni croniche. Si è ancora alla ricerca, però, di una soluzione per contrastare gli effetti della sedentarietà forzata di chi passa la maggior parte del tempo seduto a una postazione di lavoro…

“I benefici dell’esercizio fisico sono stati evidenziati per molte condizioni croniche. Gli effetti sulla mortalità sono simili a quelli degli interventi farmacologici per la prevenzione secondaria delle patologie coronariche, per la riabilitazione dopo un ictus, nel trattamento dell’insufficienza cardiaca e nella prevenzione del diabete. I benefici dell’esercizio fisico in patologie che non mettono a rischio la vita, come la lombalgia e l’artrosi, sono sostanziali.”

Questa la premessa di una review pubblicata sul Canadian Medical Association Journal (Hoffmann TC et al. 2016) che passa in rassegna le evidenze a sostegno della prescrizione dell’esercizio fisico in una serie di condizioni: artrosi del ginocchio e dell’anca, lombalgia cronica non specifica, prevenzione delle cadute, BPCO, diabete di tipo 2, sindrome da fatica cronica, coronaropatie e insufficienza cardiaca.

Per ognuna di queste condizioni, oltre alle evidenze sui benefici dell’esercizio fisico, vengono indicate le attività consigliate, la modalità di esecuzione e i possibili eventi avversi. “Come le terapie farmacologiche o gli interventi chirurgici”, infatti, “l’esercizio fisico non è un’entità singola e deve essere adattato alle varie condizioni”. Poi bisogna passare dalla teoria alla pratica, il programma di esercizi fisici “deve essere applicato in modo appropriato per ottenere risultati che siano paragonabili a quelli riportati nei trial”.

Tra le raccomandazioni per le singole condizioni:

  • per la lombalgia cronica, non specifica, un fisioterapista può guidare le persone nell’esecuzione di esercizi di controllo motorio e attività graduate.
  • Nel diabete di tipo 2, la review consiglia un programma strutturato di esercizi aerobici e/o con resistenze per migliorare il controllo della glicemia.
  • I soggetti con BPCO dovrebbero seguire un programma di riabilitazione polmonare.

Secondo una revisione sistematica con metanalisi del JAMA Internal Medicine (Steffens D et al, 2016), inoltre, l’esercizio da solo diminuisce del 34% il rischio di ricaduta dopo un episodio di lombalgia; l’esercizio associato a un programma educativo diminuisce il rischio del 45%.  Altri interventi, tra cui la sola educazione, cinture lombari e plantari, non sembrano prevenire il mal di schiena.

L’esercizio fisico giusto, si sa, è efficace anche per migliorare lo stato di salute generale, prevenire condizioni croniche, migliorare l’umore. Ma potrebbe non essere sufficiente, se poi si passa la maggior parte della giornata seduti, come ha evidenziato, per esempio, uno studio australiano (van der Ploeg HP, 2012) che ha concluso: “Passare molte ore della giornata, di ogni giornata, seduti, senza alzarsi, è un fattore di rischio per la mortalità indipendente dall’attività fisica svolta.”

C’è allora chi ha pensato a scongiurare tali rischi modificando le postazioni di lavoro… purtroppo una recente revisione Cochrane (Shrestha N et al. 2016) ha fatto notare che “i benefici di una varietà di interventi mirati a ridurre il tempo passato seduti al lavoro sono molto incerti”. “Questa rassegna Cochrane mostra che, al momento, ci sono incertezze sull’impatto che potrebbero avere postazioni di lavoro per scrivania per postura seduta/eretta per ridurre il tempo passato da seduti. Ci sono anche evidenze di bassa qualità su benefici modesti di altri tipi di intervento”, ha fatto notare il coordinatore dello studio, Nipun Shrestha (Health Research and Social Development Forum, Thapathali, Nepal), che ha aggiunto. “Vista la popolarità delle scrivanie sit-stand, pensiamo che le persone che stanno pensando di investire in questo tipo di soluzioni dovrebbero essere consapevoli dei limiti della attuale base delle evidenze a dimostrazione di benefici per la salute”. Urgono dunque interventi efficaci, e “basati sulle evidenze” per ridurre i danni del lavoro sedentario. Qui vi segnaliamo la pagina del portale di epidemiologia Epicentro, ricca di risorse e di informazioni. Segnala, tra l’altro, il dossier pubblicato sul sito Azioniquotidiane (maggio 2014): a partire da una riflessione su modelli e pratiche efficaci, tra studi e progetti già avviati, azioni quotidiane propone un percorso per agevolare l’esercizio fisico anche davanti al pc o in pausa pranzo.

Fonti:
Hoffmann TC, Maher CG, Briffa T, Sherrington C, Bennell K, Alison J, Fiatarone Singh M, Glasziou PP. Prescribing exercise interventions for patients with chronic conditions CMAJ 2016. DOI:10.1503 Online Appendices.
Steffens D et al. Prevention of low back Pain. A systematic review and meta-analysis. JAMA Intern Med 2016;176(2):199-208. doi:10.1001/jamainternmed.2015.7431.
van der Ploeg HP, Chey T, Korda RJ, Banks E, Bauman A. Sitting Time and all-cause mortality risk in 222 497 Australian adults. Arch Intern Med 2012;172(6):494-500.4.
Dunstan DW, Owen N. New exercise prescription: Don’t just sit there: Stand up and move more, more often. Comment on “Sitting Time and All-Cause Mortality Risk in 222 497 Australian Adults”. Arch Intern Med. 2012;172(6):500-501. doi:10.1001/archinternmed.2012.209.
Shrestha N, Kukkonen-Harjula KT, Verbeek JH, Ijaz S, Hermans V, Bhaumik S. Workplace interventions for reducing sitting at work. Cochrane Database of Systematic Reviews 2016, Issue 2. Art. No.: CD010912. DOI: 10.1002/14651858.CD010912.pub3
Azioni quotidiane. Attività fisica sui luoghi di lavoro” (pubblicato il 21 maggio 2014).

Da leggere anche il manuale “Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica nei luoghi di lavoro” (PDF), pubblicato nel 2013 dal Centro di documentazione per la promozione della salute della Regione Piemonte (Dors).

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