Emissioni industriali, tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie

Le emissioni industriali nel brindisino sono associate a un aumento della morbosità e della mortalità per tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie: lo dicono i risultati di uno studio condotto dalla Regione Puglia in collaborazione con la Regione Lazio.

L’area di Brindisi è da anni oggetto di attenzione per le possibili ripercussioni sulla salute della popolazione delle emissioni ambientali derivanti dagli impianti industriali presenti nell’area: lo stabilimento Petrolchimico, la Centrale Termoelettrica a servizio del Petrolchimico (ora ENIPOWER Brindisi) e le centrali termoelettriche ENEL Nord (ora EDIPOWER, non in esercizio da dicembre 2012) ed ENEL Sud (ora ENEL Produzione SpA).

Il Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, insieme alla ASL di Brindisi, ARPA Puglia ed ARES Puglia, nel quadro delle attività del Centro Salute ed Ambiente Puglia, ha condotto uno studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla mortalità e morbosità della popolazione residente a Brindisi e nei comuni limitrofi.

La coorte in studio è costituita da tutte le 223,934 persone residenti tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2013 in sette comuni brindisini. Lo studio ha valutato l’effetto cronico delle esposizioni agli inquinanti emessi dalle centrali termoelettriche e dal polo petrolchimico sulla mortalità per causa della popolazione residente nell’area di Brindisi.

Le emissioni industriali risultano associate ad un aumento della morbosità e della mortalità nell’area in studio: è stata riscontrata una relazione tra i livelli espositivi del passato (stimate al 1997) a particolato (PM10) e anidride solforosa (SO2) di origine industriale (centrali termoelettriche) e composti organici volatili (COV) (petrolchimico) e mortalità per cause specifiche (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie) e incidenza di alcune forme tumorali (polmone).

L’esame dei ricoveri ospedalieri in rapporto con le esposizioni ambientali stimate per ogni anno dello studio mostra un’associazione tra inquinanti e malattie cardiovascolari, respiratorie (centrali elettriche) e le malformazioni congenite (petrolchimico).

L’associazione tra emissioni da centrali termoelettriche e ricoveri ospedalieri per malattie cardiovascolari e respiratorie è stata esaminata per tre periodi dello studio; 2000 -2004, 2005-2009 e 2010-2013. Al diminuire delle esposizioni ambientali (e del contrasto tra i livelli di esposizione in ogni periodo) si è osservata una diminuzione della forza della associazione, pur rimanendo presente una relazione statisticamente significativa per il periodo più recente tra le emissioni da centrali elettriche e le malattie cardiovascolari e respiratorie. Dati la riduzione dei livelli di esposizione ambientale nell’ultimo periodo, è presumibile che le persone che vivono nelle stesse aree che hanno avuto una esposizione più alta nel passato continuino a manifestare effetti sanitari in rapporto alle esposizioni pregresse.

“Gli eccessi di mortalità e morbosità cardiovascolare e respiratoria osservati nella coorte dei residenti nell’area di Brindisi nei sottogruppi più esposti agli inquinanti di origine industriale sono coerenti con le consolidate indicazioni della letteratura scientifica sugli effetti dell’inquinamento atmosferico relativamente a queste patologie. Da questo punto di vista si può ragionevolmente ritenere che le emissioni industriali abbiano causato nel tempo un aumento della morbosità e quindi della mortalità”, osservano gli autori dello studio, e concludono: “I risultati evidenziati indicano la necessità di proseguire la sorveglianza epidemiologica, garantendo contestualmente l’attuazione di tutte le misure preventive atte a tutelare la salute della popolazione residente in questo territorio, compresa l’adozione delle migliori tecniche disponibili per il contenimento delle emissioni industriali”.

I mesoteliomi nel Lazio
Per quanto riguarda il Lazio, è disponibile l’ultimo Rapporto sull’incidenza di mesotelioma (anno 2016), curato dal Centro Operativo Regionale (COR) Lazio – Tumori Professionali, istituito presso il Dipartimento di Epidemiologia del SSR del Lazio. I casi di mesotelioma maligno (MM) nel Lazio individuati grazie all’attività del Registro regionale, a partire dal 1 gennaio 2001 fino al 31 dicembre 2016, sono 1229. A oggi il 70% dei casi di MM registrati è stato sottoposto ad intervista e di questi il 53% ha subito un’esposizione professionale ad amianto, prevalentemente nel settore edile. Tale quota di casi professionali, inferiore rispetto a quella nazionale, è imputabile all’assenza, nella nostra Regione, di grossi complessi industriali, eccetto a Colleferro e Civitavecchia, in cui i tassi di MM si mantengono abbastanza elevati. I casi di Gaeta, altro comune ad alto rischio, hanno subito un’esposizione etiologicamente rilevante nei settori trasporti marittimi e cantieri navali. Invece l’eccesso di casi di MM nei comuni di Pomezia e Montalto di Castro è in corso di approfondimento, poiché in queste aree non sono state individuate specifiche condizioni di rischio; purtroppo per gran parte di tali casi non è disponibile l’intervista per irreperibilità o rifiuto del paziente e/o di un familiare. Rimane sempre elevata la frequenza delle esposizioni ignote (41%), soprattutto tra le donne (78%).

“Allo scopo di colmare le attuali lacune informative che non consentono la comprensione del fenomeno, un elemento essenziale è rappresentato dall’importanza della tempestività delle interviste rispetto alla data della diagnosi, che consente di ottenere informazioni più dettagliate direttamente dal soggetto”, avvertono gli autori dello studio.

Fonti:
Bauleo L, Ancona C, Morabito A et al. Studio di coorte sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla mortalità e morbosità della popolazione residente a Brindisi e nei comuni limitrofi. (pdf, 25.0 MB).
Accessibile anche a questo indirizzo: https://www.sanita.puglia.it/web/csa/relazioni-scientifiche
Centro Salute ed Ambiente Puglia Presentazione Studio Epidemiologico Brindisi “Analisi degli effetti di salute delle emissioni inquinanti”, 4 luglio 2017.
Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale – Regione Lazio. Rapporto sulle attività del Registro dei Mesoteliomi del Lazio – Anno 2016  (PDF, 637.21 kB), 31 luglio 2017.

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