Epatiti: i dati del Lancet

Le epatiti virali provocano almeno tante morti quanto l’AIDS, la tubercolosi e più della malaria. E la mortalità è in aumento, a differenza da quanto avviene per la maggior parte delle altre malattie trasmissibili.

La disponibilità di strumenti efficaci, come i vaccini e trattamenti spesso risolutivi, “suggerisce una importante opportunità per migliorare la salute pubblica”. Lo scrivono sul Lancet Jeffrey Stanaway e colleghi, che hanno utilizzato i dati e l’approccio del Global Burden of Disease Study 2013 per stimare la morbilità e la mortalità da epatite virale acuta, da cirrosi e epatocarcinoma causati da epatite virale, per età, genere, e paese, dal 1990 al 2013.

I principali risultati:

Mortalità: si è passati da 890mila morti legate a epatiti virali nel 1990 a 1.45 milioni nel 2013, con un aumento dunque del 63%.

Morbilità

  • Anni vissuti con disabilità (years lived with disability, YLD): si è passati da 650mila anni vissuti con disabilità nel 1990 a 870mila nel 2013, con una aumento del 34%.
  • Anni di vita persi (Years of Life Lost, YLL): si è passati da 31 milioni a 41,6 milioni.
  • Attesa di vita corretta per disabilità (Disability-adjusted life year, DALY): si è passati da 31,7 milioni a 42,5 milioni.

L’aumento più marcato è stato osservato nell’infezione da epatite C, con un aumento del 43% dei DALY. Tra le persone con epatiti virali, il 96% della mortalità e il 91% dei DALY sono collegati a infezioni da epatite B e C. Per la prima c’è da tempo un vaccino, per la seconda è disponibile in Italia un nuovo farmaco (Sofosvubir) molto efficace, ma molto caro (AIFA: Aggiornamento epatite C).

E ancora: nel 1990 le infezioni acute, la cirrosi e l’epatocarcinoma da epatite virale erano la decima causa di morte, nel 2013 la settima. A differenza dall’HIV, che si registra soprattutto in paesi a basso reddito, il 58% delle morti da epatiti si è registrato in paesi a reddito medio alto e alto.

Lo studio di Stanaway sul peso globale delle epatiti virali ha molte implicazioni e “mostra che tale malattia richiede una risposta più forte, a livello nazionale e internazionale”, si legge nell’editoriale che commenta l’articolo.  Una risposta che comporta una serie di interventi per prevenire le nuove infezioni e per individuare e trattare le persone con epatiti infettive. “Dal momento che la maggior parte del peso dell’epatite grava su paesi a reddito medio alto e alto che non ricevono sostegni allo sviluppo, tali risorse dovranno probabilmente provenire da quelle destinate alla salute delle singole nazioni”, scrivono Stefan Wiktor e Yvan Hutin (OMS) nell’editoriale del Lancet.

Sul BMJ una serie di articoli evidenzia come da un lato la disponibilità di farmaci efficaci contro l’epatite C e dall’altro i loro elevatissimi costi sollevino importanti quesiti sull’accesso ai farmaci salvavita. Ma il punto principale è “Perché le medicine sono così costose?”. Cerca di spiegarlo l’analisi Betting on hepatitis C: how financial speculation in drug development influences access to medicine, dove si illustrano i meccanismi speculativi che hanno fatto lievitare i costi di alcuni farmaci, come quelli per l’epatite C: nonostante il trattamento tempestivo riduca il rischio della progressione e della trasmissione dell’infezione “i prezzi elevati hanno fatto sì che molti sistemi sanitari negli USA e in Europa trattino solo le persone più gravi”, come succede anche in Italia. Andrebbero studiati e verificati nuovi modelli organizzativi e di business, come quello, portato ad esempio, della Neglected Diseases Initiative, una rete di ricerca e sviluppo pubblica-privata che ha sviluppato sei terapie a costi contenuti: “anche se in scala ridotta, il modello di questa iniziativa indica che approcci alternativi alla ricerca e allo sviluppo possono essere efficienti sia dal punto di vista finanziario, sia dal punto di vista sociale (…) quello di cui abbiamo bisogno è una innovazione dell’innovazione. Ignorare le conseguenze della prevalenza di imperativi legati alle organizzazioni, ai sistemi e finanziari avrà dei costi per i pazienti di oggi e di domani”.

Fonti:
Stanaway JD et al. The global burden of viral hepatitis from 1990 to 2013: findings from the Global Burden of Disease Study 2013. The Lancet, Available online 7 July 2016.  doi:10.1016/S0140-6736(16)30579-7
Wiktor SZ, Hutin YJ-F. The global burden of viral hepatitis: better estimates to guide hepatitis elimination efforts. The Lancet, Available online 7 July 2016, doi:10.1016/S0140-6736(16)31018-2.
Roy V, King L, Betting on hepatitis C: how financial speculation in drug development influences access to medicine. BMJ 2016;354:i3718
Mazzucato M, Phillips RM. High cost of new drugs. BMJ 2016;354:i4136

Per approfondire:
Gavino Maciocco. Big Pharma. Una storia che si ripete. Salute Internazionale, 25 luglio 2016.
Gavino Maciocco. Epatite C. Il diritto alla cura. Salute Internazionale, 20 luglio 2016.

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