Fattori di rischio cardiovascolare e gravidanza

Una relazione forte e diretta tra la salute del cuore delle donne e gli esiti della gravidanza. A questi risultati è arrivato uno studio su oltre 18 milioni di gravidanze (età media 28,6 anni) pubblicato sullo European Journal of Preventive Cardiology, una rivista della European Society of Cardiology (ESC).

I ricercatori hanno preso in esame la presenza di quattro fattori di rischio per le malattie cardiovascolari nelle donne prima della gravidanza: peso corporeo non sano, fumo, ipertensione e diabete. La probabilità di complicanze chiave della gravidanza – ricovero in unità di terapia intensiva materna, parto pretermine, basso peso alla nascita e morte fetale – è aumentata in modo incrementale in base al numero di fattori di rischio cardiovascolare pre-gravidanza.

Singoli fattori di rischio cardiovascolare, come l’obesità e l’ipertensione, presenti prima della gravidanza sono stati associati a risultati negativi sia per la madre che per il bambino. Lo studio mostra ora una relazione diretta tra il numero di fattori di rischio e le diverse complicanze. Dati che sottolineano che il miglioramento della salute generale del cuore prima della gravidanza deve essere una priorità”, commenta l’autore dello studio, Sadiya Khan (Northwestern University Feinberg School of Medicine, Chicago, USA).

Lo studio consiste un’analisi dei dati materni e fetali del National Center for Health Statistics (NCHS) degli Stati Uniti, che raccoglie informazioni su tutti i nati vivi e le morti fetali dopo 20 settimane di gestazione. I dati a livello individuale sono stati raccolti dalle nascite da donne di età compresa tra 15 e 44 anni dal 2014 al 2018.

I dati raccolti riguardavano la presenza o assenza di quattro fattori di rischio cardiovascolare prima della gravidanza: indice di massa corporea (BMI; inferiore a 18,5 kg/m2 o superiore a 24,9 kg/m2), fumo, ipertensione e diabete. Le donne sono state classificate in base al numero dei fattori di rischio 0, 1, 2, 3 o 4. I ricercatori hanno stimato i rischi relativi di ricovero in terapia intensiva materna, parto pretermine (prima di 37 settimane), basso peso alla nascita (sotto i 2500 g) e morte fetale associati a fattori di rischio (1, 2, 3 o 4) rispetto a nessun fattore di rischio (0). Tutte le analisi sono state aggiustate per età materna al momento del parto, razza/etnia, istruzione, cure prenatali, parità e pluralità di nascite.

Rispetto alle donne senza fattori di rischio pre-gravidanza, quelle con tutti e quattro i fattori di rischio (3242 donne) avevano un rischio circa 5,8 volte maggiore di ricovero in terapia intensiva, 3,9 volte maggiore di parto pretermine, 2,8 volte maggiore di basso peso alla nascita e 8,7 volte maggiore di morte fetale.

L’analisi è stata fatta anche considerando soltanto le donne primipare (e quindi escludendo quelle con precedenti gravidanze) – ma il risultato è stato lo stesso. “Abbiamo condotto questa analisi poiché le donne con una prima gravidanza complicata hanno maggiori probabilità di avere complicazioni nelle gravidanze successive”, spiega Kahn, “Inoltre, l’aumento di peso gestazionale può portare a un BMI più elevato nella gravidanza successiva. Abbiamo visto risultati molto simili che rafforzano quelli nell’intera coorte”.

“I livelli di obesità pre-gravidanza e ipertensione sono in aumento e ci sono alcune indicazioni che le donne stanno acquisendo fattori di rischio cardiovascolare in età più precoce rispetto a prima. Inoltre, le gravidanze si verificano più tardi nella vita, dando ai fattori di rischio più tempo per accumularsi. Presi insieme, questo ha creato una tempesta perfetta di più fattori di rischio, esordio precoce e gravidanze successive“.

Fonte
Khan S. Association of pre-pregnancy cardiovascular risk factor burden with adverse maternal and offspring outcomes. European Journal of Preventive Cardiology 2021; zwab121, https://doi.org/10.1093/eurjpc/zwab121

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