Ictus embolico di origine indeterminata nei giovani: bassa ricorrenza, ma poche risposte

Da un ampio studio prospettico emerge che l’ictus embolico di origine indeterminata (ESUS) nei pazienti più giovani spesso non causa recidive o non fornisce indizi sulle sue cause.

Lo studio di coorte longitudinale prospettico internazionale Young ESUS ha arruolato pazienti in 41 centri di ricerca sull’ictus in 13 paesi. Di questi il 56% erano uomini e il 51% proveniva dall’Europa occidentale; l’età media era di 40 anni e il follow-up mediano era di 17,7 mesi dopo l’ESUS iniziale.

Ictus ischemico o morte si sono verificati nel 3,0% dei pazienti ≤50 anni con ESUS, con un tasso di 2,19% anni-paziente inferiore a quello osservato nei pazienti più anziani. La maggior parte di questi eventi sono stati ictus (1,9% anni-paziente) ma hanno soddisfatto i criteri per ESUS solo nel 64% dei casi.

Solo nel 2,8% dei pazienti è stata diagnosticata una fibrillazione atriale (FA) durante il follow-up, definita come FA all’elettrocardiogramma a 12 derivazioni o episodi della durata di almeno 6 minuti.

Il forame ovale pervio era molto più comune che nella popolazione generale – nel 50% dei soggetti valutati – ma non era associato ad un aumentato rischio di ictus ricorrente.

“Quando è stato introdotto il concetto di ESUS, si presumeva che la FA fosse la principale eziologia sottostante”, spiegano gli autori. “Tuttavia, l’accumulo di prove offre supporto all’argomento secondo cui il ruolo eziologico della FA nell’ESUS è meno importante di quanto inizialmente percepito”.

“La distribuzione e la prevalenza dei fattori di rischio di ictus varia tra la popolazione giovane e quella degli anziani, aggiungendo ulteriore complessità al già complicato approccio diagnostico di una popolazione intrinsecamente eterogenea come l’ESUS”.

I fattori associati all’ictus ischemico ricorrente nei 535 pazienti dello studio con ESUS all’analisi multivariata erano:

  • storia di ictus o attacco ischemico transitorio (HR 5,3, IC 95% 1,8-15);
  • diabete (HR 4,4, IC 95% 1,5-13);
  • storia di malattia coronarica (HR 10, IC 95% 4,8-22).

“Dobbiamo rendere operative le definizioni di concetti in evoluzione, come la cardiopatia atriale e la placca ateromatosa e ottimizzare le nostre strategie preventive secondarie, sia nella popolazione generale ESUS che in sottogruppi specifici come i giovani”, proseguono gli autori. “Come sempre, le incertezze di oggi sono le forze che guidano l’evoluzione, stimolano la ricerca e generano nuove prove che alla fine miglioreranno i risultati dei pazienti”.

Fonte
Perera KS et al; Young ESUS Investigators. Evaluating rates of recurrent ischemic stroke among young adults with embolic stroke of undetermined source: The Young ESUS Longitudinal Cohort Study. JAMA Neurol 2022;79(5):450-458.

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