In un aggiornamento di una revisione Cochrane pubblicata per la prima volta nel 2014 sono stati valutati i benefici e i danni dei test point-of-care per i biomarcatori dell’infiammazione come guida al trattamento antibiotico nelle persone con infezioni respiratorie acute.
Le infezioni respiratorie acute sono di gran lunga la ragione più comune per la prescrizione di un antibiotico nelle cure primarie, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni a eziologia batterica virale o non grave. Quindi in molti casi l’uso di antibiotici non si rivela utile per la guarigione del paziente, ma potrebbe esporlo a potenziali effetti avversi, favorendo anche il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Una strategia per ridurre l’uso di antibiotici nelle cure primarie è rappresentata dai test point-of-care. I biomarcatori possono guidare la prescrizione di antibiotici escludendo una grave infezione batterica aitando a identificare i pazienti in cui non è possibile prevedere un beneficio dal trattamento antibiotico.
Nella revisione sono stati inclusi studi randomizzati controllati su pazienti di cure primarie con ARI che hanno confrontato l’uso di biomarcatori point-of-care con l’assistenza standard. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando lo strumento Cochrane risk of bias mentre per la certezza dell’evidenza si è fatto ricorso al metodo GRADE.
In tutto sono stati inclusi 13 studi, di cui 12 (10.218 partecipanti in totale, 2335 dei quali bambini) hanno valutato un test point-of-care per la proteina C-reattiva e 1 studio (317 partecipanti adulti) ha valutato un test point-of-care per la procalcitonina.
La certezza dell’evidenza è stata valutata da moderata ad alta secondo il GRADE per gli esiti primari del test della proteina C-reattiva ad eccezione della mortalità a causa dei pochissimi decessi. Mentre per la procalcitonina non c’è certezza sul fatto che sia in grado di influire su uno qualsiasi degli esiti primari o secondari per il basso numero di partecipanti.
Dai risultati emerge che ‘uso dei test point-of-care per la proteina C-reattiva in aggiunta alle cure standard riduce probabilmente il numero di partecipanti a cui è stata somministrata una prescrizione di antibiotici, ma non influisce sui tassi di recupero.
L’uso dei test point-of-care per la proteina C-reattiva potrebbe infine non aumentare la mortalità entro 28 giorni di follow-up, ma si sono verificati pochissimi eventi, e in più decessi e ricoveri ospedalieri sono stati condotti su bambini provenienti da paesi a basso e medio reddito e anziani con comorbilità.
Bibliografia
Smedemark SA et al. Biomarkers as point‐of‐care tests to guide prescription of antibiotics in people with acute respiratory infections in primary care. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 10. Art. No.: CD010130.