Ipertensione: dal barbiere per darci un taglio

Forse non tutti sanno che negli Stati Uniti gli uomini di colore (non ispanici) hanno il più alto tasso di mortalità correlata all’ipertensione rispetto a qualsiasi altro gruppo razziale. Le ragioni sono note. I neri maschi frequentano gli studi medici molto meno rispetto alle donne e hanno quindi tassi più bassi di controllo e trattamento della patologia. Come intercettarli allora?

In uno studio recente pubblicato su NEJM, è stata arruolata una coorte di 319 clienti maschi neri con pressione arteriosa sistolica di 140 mm Hg o più, tutti clienti di 52 negozi di barbiere con proprietari neri. Si tratta di un trial con randomizzazione a cluster in cui i barbieri sono stati assegnati a due gruppi. Da una parte un intervento guidato dal farmacista (in cui i barbieri tra un taglio e l’altro favorivano l’incontro in sede con farmacisti specializzati che prescrivevano la terapia farmacologica, in base a un accordo di pratica collaborativa con i medici dei partecipanti, seguendo anche il follow-up); dall’altra un approccio di controllo attivo (in cui i barbieri incoraggiavano soltanto le modifiche dello stile di vita e le visite mediche). L’outcome primario era la riduzione della pressione arteriosa sistolica a 6 mesi.

La pressione sistolica media di partenza era di 152,8 mmHg nel gruppo di intervento (in cui i farmacisti gestivano direttamente la terapia farmacologica) e 154,6 mmHg in quello di controllo. A 6 mesi, la pressione sistolica media era diminuita di 27,0 mmHg (a 125,8 mmHg) nel gruppo di intervento e di 9,3 mmHg (a 145,4 mmHg) nel gruppo di controllo: riduzione media di 21,6 mmHg maggiore con l’intervento (I.C. 95%, da 14,7 a 28,4; P <0,001). En passant, anche l’autovalutazione dello stato di salute e l’impegno del paziente sono aumentati di più nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo.

Gli autori dello studio non sono nuovi a lavori sui setting di assistenza sanitaria “non tradizionali”. Si erano già occupati in precedenza del ruolo strategico dei negozi di barbieri per intercettare i neri americani più recalcitranti a fare visita a uno studio medico. In quel caso, la riduzione della pressione sanguigna era stata leggermente migliore negli uomini di colore quando erano i barbieri a controllarla direttamente, sollecitando i clienti a prendere appuntamento dal medico, rispetto a quando si limitavano a distribuire opuscoli informativi sull’ipertensione.

Le ragioni dell’efficacia di questi interventi sono abbastanza evidenti. Per i pazienti è più semplice e conveniente che la prescrizione terapeutica avvenga dal barbiere che è, tra l’altro, anche un membro fidato della comunità. Poi c’è il vantaggio della regolarità degli appuntamenti che rende molto più agevole la gestione dell’ipertensione e della terapia rispetto al controllo nello studio del medico.

Fatta la tara sulle limitazioni dello studio, un’implementazione su larga scala richiederebbe sicuramente criteri di inclusione più ampi e una valutazione di sostenibilità economica accurata, ma diversi aspetti dell’intervento hanno le carte in regola per essere adottati da altri professionisti e organizzazioni sanitarie.

Fonti
Victor RG et al. A cluster-randomized trial of blood-pressure reduction in black barbershops. N Engl J Med 2018 Mar 12. doi: 10.1056/NEJMoa1717250. [Epub ahead of print]
Victor RG et al. Effectiveness of a barber-based intervention for improving hypertension control in black men: the BARBER-1 study: a cluster randomized trial. Arch Intern Med 2011; 171: 342-350.

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