Al di sopra di quali valori pressori è opportuno usare nuovi antiipertensivi o aumentare le dosi?
Un ampio studio di coorte retrospettivo pubblicato sul BMJ, condotto dal Brigham and Women’s Hospital (Boston, Stati Uniti), ha cercato di rispondere a tale domanda.
Lo studio: dalla banca dati dell’assistenza sanitaria di base dell’Health Improvement Network britannico sono stati analizzati i dati relativi a 88.756 adulti ipertesi in trattamento farmacologico nel periodo 1986-2010 e sono stati misurati gli esiti cardiovascolari e la mortalità per qualsiasi causa. Durante un follow-up medio di 37.4 mesi dal termine della strategia di trattamento, 9985 pazienti (11.3%) hanno avuto un evento cardiovascolare acuto o un decesso. A parità di fattori di rischio (età, sesso, abitudine al fumo, stato socio economico,comorbidità,ecc.), non sono state registrate differenze sugli esiti con valori pressori compresi tra 130-150 mm Hg, mentre valori superiori a 150 mm Hg erano associati con rischi progressivamente superiori. Inoltre, con una pressione sistolica superiore a 150 mm Hg, ritardi oltre 1.4 mesi nell’intensificazione del trattamento farmacologico dopo l’innalzamento della pressione, e ritardi superiori a 2.7 mesi nel follow-up dopo l’intensificazione del trattamento, erano associati con un aumento del rischio di un evento cardiovascolare acuto o di morte.
I risultati dello studio sarebbero dunque a favore dell’importanza di evitare ritardi nel trattamento medico e nel follow-up dei pazienti ipertesi.
Cosa dicono le linee guida? Una notizia dell’AIFA fa il punto, in occasione dell’aggiornamento 2014 del Joint National Committee. Una delle posizioni più controverse del documento (JNC8), e “l’aver innalzato da 140 mm HG a 150 mm HG il valore soglia della PA per cui è raccomandato l’avvio di trattamenti farmacologici negli over 60”. Una raccomandazione che i risultati dell’articolo pubblicato sul BMJ sembrano sostenere. Anche se, come commentano gli autori delle linee guida del Joint National Committee “queste raccomandazioni non sostituiscono il giudizio clinico, e qualsiasi decisione sulla salute deve considerare le caratteristiche cliniche e le condizioni specifiche di ogni paziente”.
Fonti:
Wenxin Xu et al. Optimal systolic blood pressure target, time to intensification, and time to follow-up in treatment of hypertension: population based retrospective cohort study. BMJ 2015; 350 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h158 BMJ 2015;350:h158
AIFA: Il JNC aggiorna le linee guida sull’ipertensione. 24/02/2014
James PA, Oparil S, Carter BL, et al. 2014 evidence-based guideline for the management of high blood pressure in adults: report from the panel members appointed to the Eighth Joint National Committee (JNC 8). JAMA. doi:10.1001/jama.2013.284427.
Vedi anche le linee guida europee:
Mancia G, Fagard R, Narkiewicz K, et al. 2013. ESH/ESC Guidelines for the management of arterial hypertension. The Task Force for the management of arterial hypertension of the European Society of Hypertension (ESH) and of the European Society of Cardiology (ESC). J Hypertens 2013;31:1281-357.
Traduzione in italiano: Linee guida 2013 ESH/ESC per la diagnosi ed il trattamento dell’ipertensione arteriosa. Task Force per la Diagnosi ed il Trattamento dell’Ipertensione Arteriosa della Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa (ESH) e della Società Europea di Cardiologia (ESC) Ipertensione 2013;20(3 Suppl. 1):1-73.