Sul JAMA del 15 novembre sono state pubblicate le nuove raccomandazioni della Preventive Services Task Force statunitense (USPSTF) sull’uso della statine nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, insieme a una serie di articoli a corollario del documento.
Le raccomandazioni
L’USPSTF raccomanda di usare statine a dosi da basse a moderate in persone adulte di età compresa tra i 40 e i 75 anni senza una storia di malattie cardiovascolari (CV) che hanno 1 o più fattori di rischio (dislipidemia*, diabete, ipertensione o abitudine al fumo) e un rischio di un evento cardiovascolare a 10 anni pari o uguale al 10% (raccomandazione di grado B), oppure di offrire selettivamente statine a dosi da basse a moderate a persone con un rischio di un evento cardiovascolare, sempre a 10 anni, compreso tra 7.5 e 10% (raccomandazione di grado C): “le persone appartenenti a questo gruppo dovrebbero decidere insieme al loro medico se iniziare o no ad assumere statine”.
Attualmente non ci sarebbero evidenze sufficienti per stabilire il rapporto tra rischi e benefici della terapia con statine in persone adulte di età pari o superiore a 76 anni. Nonostante le scarse evidenze sulla popolazione over 76, sembra che il tasso di utilizzo di statine tra persone di età superiore ai 79 sia passato, negli Stati Uniti, dall’8.8% nel 2000 al 34.1% nel 2012 (Medical Expenditure Panel Survey, JAMA Internal Medicine, 2015).
Rita Redberg e Mitchell Katz, della direzione del JAMA Internal Medicine, cercano di tradurre in numeri i dati disponibili: uno strumento decisionale, come quello sviluppato dalla Mayo Clinic, mostra che su 100 persone che assumono statine per 5 anni, 2 eviteranno un infarto e 98 non ne trarranno alcun beneficio. In termini di mortalità, non ci sarà alcun beneficio per nessuno. Allo stesso tempo, da 5 a 20 di questi 100 soggetti avrà dolori muscolari, debolezza, stanchezza, disturbi cognitivi e un aumento del rischio di diabete. Inoltre la task force ha stimato che per prevenire una morte da qualsiasi causa nell’arco di 5 anni, 244 pazienti dovrebbero assumere statine quotidianamente. Redberg e Katz osservano che “prima di consigliare a un paziente di assumere ogni giorno un farmaco con molti effetti avversi bisogna che siano sicuri che ci siano evidenze che quel farmaco contribuirà a una migliore qualità di vita, a una vita più lunga, o a entrambe. E tali evidenze mancano per l’uso di statine nella prevenzione primaria”.
Va sottolineato che il dibattito corrente si concentra sull’uso delle statine nei soggetti a basso rischio cardiovascolare. Gli effetti protettivi delle statine non sono messi in dubbio e sono proporzionali al grado di rischio CV: il consenso sul loro beneficio nelle persone a elevato rischio cardiovascolare è ampio.
*Si parla di dislipidemia in presenza di livelli di colesterolo LDL superiori 130 mg/dL, oppure di livelli di colesterolo HDL inferiori a 40 mg/dL.
Fonti
US Preventive Services Task Force.Statin Use for the Primary Prevention of Cardiovascular Disease in Adults. US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA. 2016;316(19):1997-2007. doi:10.1001/jama.2016.15450
Rita F. Redberg, Mitchell H. Katz. Statins for Primary PreventionThe Debate Is Intense, but the Data Are Weak. JAMA Intern Med. Published online November 13, 2016. doi:10.1001/jamainternmed.2016.7585
Per approfondire
Il video: Statin Use for Primary Prevention of Cardiovascular Disease in Adults
Gurwitz JH et al. Statins for Primary Prevention in Older Adults. Uncertainty and the Need for More Evidence. JAMA.
Collins R et al. Interpretation of the evidence for the efficacy and safety of statin therapy. Lancet http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(16)31357-5
Richard Lehman: Where next with statins? 12 Sep, 2016 | by BMJ
Silverman MG et al. Association Between Lowering LDL-C and Cardiovascular Risk Reduction Among Different Therapeutic Interventions: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA 2016;316(12):1289-1297. doi:10.1001/jama.2016.13985.
Luca Iaboli. La statistica ingannevole delle statine. No grazie, 23 febbraio 2016. 12 Sep, 16 | by BMJ