Tutte le donne, durante la gravidanza, andrebbero incoraggiate a fare attività fisica, a meno che non ci siano controindicazioni particolari. Questo il messaggio chiave delle ultime linee guida dell’American Congress of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), sintetizzate sul JAMA.
L’ACOG raccomanda dunque un’attività fisica aerobica e di forza, 150 minuti a settimana o 20-30 minuti al giorno, per 5 giorni alla settimana.
Si può iniziare già dopo la prima visita prenatale (settimane 9-12) e proseguire fino a quasi il termine della gravidanza (38-39a settimana). L’intensità dell’esercizio deve essere moderata, in modo da superare il “talk-test”, se cioè si ha fiato per parlare, o meglio, per fare conversazione senza affanno, vuol dire che l’intensità dell’esercizio è giusta. Tuttavia, per certe condizioni viene raccomandato il riposo a letto, anche se ci sono solo evidenze limitate sull’efficacia terapeutica di questa precauzione.
Tra le attività fisiche che si possono pratricare sono segnalate: camminare, nuoto, cyclette, esercizi con bande elastiche, esercizi aerobici a basso impatto seguiti da esercizi di rafforzamento muscolare (per es. danza aerobica e esercizi con manubri per rafforzare i muscoli).
Precauzioni e controindicazioni
Si dovrebbe fare esercizio fisico in un ambiente gradevole, avendo cura di mantenere una giusta idratazione, evitando calore e umidità eccessivi. L’esercizio fisico va sospeso in presenza di segni o sintomi di allarme (sanguinamento vaginale, contrazioni, regolari o dolorose, perdita di liquido amniotico, dispnea da sforzo, vertigini, mal di testa, dolore toracico, debolezza muscolare che influisce sull’equilibrio, dolore al polpaccio, gonfiori).
Sono sconsigliati la corsa per lunghe distanze e il sollevamento frequente di pesi (o esercizi isometrici intensi). Quest’ultima attività comporta ripetizioni della manovra di Valsalva, con il rischio di ridurre la portata del flusso sanguigno placentare e del ritmo cardiaco del feto a causa dell’aumento della pressione arteriosa e intraddominale. Può danneggiare anche il pavimento pelvico, aumentando il rischio di incontinenza urinaria e fecale, e provocare il prolasso degli organi pelvici.
Dal secondo trimestre in poi vanno anche evitati esercizi in posizione supina, perché possono provocare compressione aorto-cavale che a sua volta provoca ipotensione e riduce la gittata cardiaca e, potenzialmente, l’afflusso di sangue al feto.
L’ACOG stila anche un elenco di esercizi fisici e sport da non praticare durante la gravidanza
- Sport di contatto (per esempio calcio, boxe, hockey su ghiaccio, basket)
- Attività che comportano un elevato rischio di cadere (per es. sci, surf, equitazione)
- Immersioni subacquee e paracadutismo
- Le versioni “hot” di Yoga e Pilates
Tra le controindicazioni assolute a qualsiasi tipo di esercizio ci sono cardiopatie emodinamicamente significative, malattia polmonare restrittiva, cervice incompetente, sanguinamento persistente nel corso del secondo e terzo trimestre, placenta previa dopo la 26a settimana, rischio di rottura prematura delle membrane, preeclampsia, ipertensione gestazionale o anemia severa. Le linee guida ACOG raccomandano, in questi casi, di suggerire almeno la deambulazione per prevenire il tromboembolismo venoso, che durante la gravidanza è più frequente.
Quali i benefici dell’attività fisica in gravidanza? Uno dei principali benefici è la prevenzione di un eccessivo aumento di peso; inoltre l’attività fisica è stata associata a una diminuzione del rischio di macrosomia nei neonati, di diabete gestazionale, di preeclampsia, di parto cesareo, di lombalgia, di dolore al cingolo pelvico e di incontinenza urinaria.
“La gravidanza non è più da considerarsi una condizione che limita fortemente il movimento; uno stile di vita attivo è sicuro e benefico”, sottolineano gli autori dell’articolo pubblicato sul JAMA, e concludono: “La maggior parte delle associazioni mediche e scientifiche promuove l’attività fisica in tutte le fasi della vita, inclusa la gravidanza”.
Fonti:
Perales M, Artal R, Lucia A. Exercise during pregnancy. JAMA. 2017;317(11):1113-1114. doi:10.1001/jama.2017.0593
ACOG committee opinion no. 650: physical activity and exercise during pregnancy and the postpartum period. Obstet Gynecol. 2015;126(6): e135-e142.
Leggi anche
Colombo G. Esercizio fisico e gravidanza: cosa dicono le evidenze scientifiche? 24 novembre 2013.
Riportiamo infine qui le raccomandazioni contenute nel documento
Istituto Superiore di Sanità, Sistema Nazionale Linee Guida, Linea Guida N° 20: Gravidanza Fisiologica. 2011 (http://www.snlg-iss.it/cms/files/LG_Gravidanza.pdf)
Le indicazioni che seguono riguardano le gravidanze fisiologiche
- I professionisti devono informare le donne in gravidanza che iniziare o continuare un’attività fisica moderata in gravidanza non è associato a eventi avversi.
- I professionisti devono informare le donne in gravidanza riguardo i potenziali pericoli di un’attività sportiva che preveda impatto fisico e possa comportare il rischio di cadute e traumi addominali e notevole sforzo fisico.
- I professionisti devono informare le donne che le immersioni subacquee in gravidanza sono risultate associate a difetti congeniti e a malattia fetale da decompressione