Cosa è l’evidence-based medicine? Come è nata? Perché è importante? Per rispondere a queste domande un gruppo di editor, di ricercatori e di clinici ha selezionato e commentato dieci articoli da loro considerati “i più utili” per farsi un’idea sull’EbM.
EbM: un nuovo approccio per insegnare la pratica della medicina. Questo articolo del 1992 a cura dell’Evidence-Based Medicine Working Group rappresenta l’atto di nascita dell’EbM. Per la prima volta l’esame delle evidenze provenienti dalla ricerca clinica viene considerato importante quanto l’esperienza clinica, l’intuizione e il ragionamento sulla base degli elementi biologici.
Cosa è e cosa non è l’EbM? Nel 1996 David Sackett et al. definirono l’EbM come “l’uso coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori prove attuali nel prendere decisioni riguardo i singoli pazienti” e sottolinearono che le evidenze, i valori e l’esperienza hanno ruoli simili nel processo decisionale clinico.
Lo scandalo della ricerca medica di scarsa qualità. Nel 1994 Altman scriveva: “C’è bisogno di meno ricerca, ma migliore, e che sia condotta per giuste motivazioni”. Un appello ripetuto nel “Manifesto” EbM per un’assistenza migliore pubblicato quest’anno (2017).
Un manifesto per l’EbM. Un documento nato dall’incontro con diversi stakeholder, presentato sul BMJ e sulla rivista Evidence-Based Medicine, con un approfondimento dei diversi punti sul sito di Evidence Live. È un invito a ricercare migliori evidenze, creando una lista di priorità e condividendo le lezioni apprese finora.
Valutare la qualità della ricerca. Dal momento che le evidenze provenienti dalla ricerca hanno un ruolo fondamentale, è importante saperle valutare. Glasziou et al. suggeriscono a clinici e ricercatori cinque principi generali.
Studi clinici ed errori sistematici. Schulz et al. hanno valutato quanto la scarsa qualità dei disegni degli studi può influire sulla valutazione dell’effetto di un trattamento, spesso sovrastimandolo.
La teoria non basta. Una revisione sistematica ha evidenziato che insegnare elementi di EbM ne migliora solo la conoscenza, senza ricadute nella pratica clinica. La chiave del successo? L’integrazione dell’insegnamento nella pratica clinica.
EbM: una risposta alle critiche più comuni. Straus e McAlister cercano di confutare alcuni pregiudizi sull’EbM, primo fra tutti che i suoi esponenti stiano su una torre d’avorio, dove solo studi randomizzati o revisioni sistematiche hanno diritto di cittadinanza.
Medici di medicina generale e EbM: un questionario. Secondo una ricerca di quasi venti anni fa, solo il 20% dei MMG aveva accesso a internet, la maggior parte conosceva i termini tecnici del vocabolario EbM, ma pochi ne sapevano spiegare il significato.
Linee guida basate sulle evidenze o “mindlines” interiorizzate, rinforzate collettivamente? Uno dei primi articoli che ha cercato di comprendere come i MMG applichino i risultati delle ricerche nella pratica quotidiana. L’indagine evidenziò una preferenza per le “mindlines” sviluppate non sulla base della letteratura, ma sull’esperienza, sulle interazioni con colleghi, opinion leader, informatori farmaceutici e su altre fonti di conoscenza.
Conclusioni
Anche se tale selezione potrebbe essere opinabile, come ammettono gli stessi autori dell’articolo, offre una panoramica sull’evoluzione dell’EbM e sull’applicazione delle evidenze nella pratica clinica da parte degli operatori sanitari.
Fonte: Nunan D et al. Ten essential papers for the practice of evidence- based medicine. Evid Based Med 2017; 22 (6): 202-4.
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