Metilfenidato per l’ADHD negli adulti: le prove non ci sono

Non sono state trovate prove che il metilfenidato IR (a rapido rilascio) possa ridurre rispetto al placebo o al litio i sintomi dell’ADHD negli adulti. Inoltre, i soggetti trattati con metilfenidato IR sarebbero a maggior rischio di danni gastrointestinali e metabolici rispetto al placebo. Questo è quanto emerso da una revisione Cochrane sull’argomento pubblicata recentemente.

Per il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) moderato-grave negli adulti in alcuni paesi il metilfenidato è la prima opzione di trattamento. Ma le prove sull’efficacia e sugli eventi avversi del metilfenidato IR per uqella popolazione sono limitate e controverse.

Gli autori hanno consultato CENTRAL, MEDLINE, Embase, otto database aggiuntivi e tre registri di studi in corso, cercando anche nei rapporti interni sui siti dell’Agenzia europea per i medicinali e della Food and Drug Administration statunitense.

Criteri di selezione ed esiti
Sono stati presi in considerazione gli studi clinici controllati randomizzati (RCT) che confrontano il metilfenidato IR, a qualsiasi dose, con placebo o altri interventi farmacologici (comprese le formulazioni a rilascio prolungato di metilfenidato) per l’ADHD negli adulti. Gli esiti primari comprendevano i cambiamenti nei sintomi dell’ADHD (efficacia) e gli eventi avversi. Gli esiti secondari invece includevano i cambiamenti nel funzionamento globale e nella gravità della malattia, depressione, ansia e qualità della vita.

Risultati principali
In tutto sono stati inclusi 10 studi (409 adulti con ADHD) pubblicati tra il 2001 e il 2016. Si trattava di pazienti ambulatoriali, pazienti ricoverati in trattamento per la dipendenza e adulti disposti a partecipare a un programma ambulatoriale intensivo per la dipendenza da cocaina. La durata del follow-up variava da 6 a 18 settimane.

Metilfenidato IR vs. placebo
Il metilfenidato IR può ridurre i sintomi dell’ADHD misurati con scale di valutazione utilizzate dai ricercatori. Quando invece sono i sintomi sono riportati dai pazienti,  potrebbe esserci un moderato effetto positivo. C’è comunque incertezza su questi risultati che potrebbero cambiare con la pubblicazione di ulteriori dati. Il metilfenidato IR sembra avere un effetto minimo o nullo nel ridurre i sintomi di ansia e depressione.

Metilfenidato IR vs. litio
Rispetto al litio, c’è incertezza se il metilfenidato IR aumenti o diminuisca i sintomi dell’ADHD, depressione e ansia. Nessuno degli studi inclusi ha riportato risultati sui cambiamenti nei sintomi dell’ADHD auto-riportati dai partecipanti, sul funzionamento globale e sulla gravità nei partecipanti trattati con metilfenidato IR rispetto al litio.

Eventi avversi
Complessivamente, 4 studi con 203 partecipanti che hanno ricevuto metilfenidato IR e 141 partecipanti che hanno ricevuto placebo hanno descritto eventi avversi. L’uso di metilfenidato IR ha aumentato il rischio di complicazioni digestive e perdita di appetito. Sono stati segnalati danni al cuore e alla circolazione, ma in modo limitato e non coerente. Uno studio che confrontava il metilfenidato IR con il litio ha riportato rispettivamente 5 e 9 eventi avversi.

Fonte
Cândido RCF et al. Immediate‐release methylphenidate for attention deficit hyperactivity disorder (ADHD) in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2021, Issue 1. Art. No.: CD013011. DOI: 10.1002/14651858.CD013011.pub2

1 commento

  1. Giampaolo
    26 Marzo 2023

    Certo non ci sono, specialmente se questi adulti sono stati dati 10mg che non farebbe un corno! Io mi trovo con un bel problemino, cioè, sto finendo la mia prescrizione di adderall e adesso vivo in Italia, la mia prescrizione sono due pasticche al giorno ciascuna 30mg. La quantità di Ritalin necessaria per avere la stessa quantità di “ingrediente magico” sarebbe il doppio se non sbaglio! Sarà grave il mio adhd? Beh, diciamo che ho 40 anni e non posso guidare una macchina, quindi vivere negli Stati Uniti da adulto indipendente è stato impossibile e molto solitario.

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