Pazienti oncologici e mortalità: il ruolo dell’inquinamento da polveri sottili

Da uno studio pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention è emerso che l’inquinamento da polveri sottili è associato alla mortalità nei pazienti pediatrici, adolescenti e giovani adulti con tumore.

“Attualmente, non esistono linee guida per i sopravvissuti al cancro a lungo termine che consigliano di ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico, né i pazienti con cancro sono considerati una popolazione vulnerabile da questo punto di vista. I nostri risultati suggeriscono che limitare l’esposizione al particolato fine può essere importante per la sopravvivenza dei pazienti più giovani con tumori specifici”, riassumono così gli autori il senso della loro ricerca.

I dati sono quelli dello Utah Population Database e dello Utah Cancer Registry. Nel campione erano inclusi 2444 pazienti pediatrici (di età compresa tra 0 e 14 anni) e 13.459 pazienti adulti e adolescenti (di età compresa tra 15 e 39 anni) con diagnosi di tumore e residenti nello Utah dal 1986 al 2015. I pazienti sono stati seguiti negli anni con un follow-up clinico a 5 e 10 anni dalla diagnosi.

Per stimare l’esposizione cumulativa all’inquinamento da polveri sottili (e poi l’associazione con la mortalità per cancro e per tutte le cause), i ricercatori hanno utilizzato i dati delle centraline fisse forniti dall’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) e ricostruito la storia residenziale dei partecipanti allo studio.

Nei pazienti pediatrici l’esposizione all’inquinamento da particolato sottile era correlata a un rischio aumentato di morte per alcuni tipi di cancro:

  • Per i tumori del SNC, i linfomi e le neoplasie intracraniche/spinali si osserva un’associazione positiva tra un incremento di PM2.5 di 5 mg/m3 e mortalità per cancro e per tutte le cause a 5 e 10 anni dopo la diagnosi.
  • Per le leucemie linfoidi si osserva un’associazione tra PM2.5 e mortalità per tutte le cause a 5 anni dopo la diagnosi mentre per i tumori epatici c’è un aumento della mortalità per tutte le cause 10 anni dopo la diagnosi.

Tra i pazienti adolescenti e i giovani adulti, l’esposizione all’inquinamento da polveri sottili era invece correlata ad un aumentato rischio di morte per i seguenti tipi di cancro:

  • Per quelli del sistema nervoso centrale, intracaniali/spinali e carcinoma si osserva un’associazione positiva e significativa tra PM2.5 ≥12 mg/m3 e mortalità per cancro ad entrambi i follow-up; nel caso dei melanomi l’associazione è significativa a 5 anni dalla diagnosi.
  • Per quelli del sistema nervoso, intracaniali/spinali, melanomi e carcinomi, l’associazione positiva e significativa è tra PM2.5 ≥12 mg/m3 e mortalità per tutte le cause, a 5 e 10 anni post-diagnosi; nel caso dei linfomi l’associazione è significativa a 5 anni.
  • Tra i pazienti con carcinoma, è risultata un’associazione positiva e significativa tra un incremento di PM2.5 pari a 5 mg/m3 e mortalità per cancro tra giovani adulti con tumore del colon-retto e del rene a 5 e 10 anni di follow-up.

Gli autori suggeriscono che risultati di questo tipo possano condurre a raccomandazioni per i pazienti affinché riducano la loro esposizione personale all’inquinamento atmosferico, per esempio con interventi domestici o comportamentali. Ma, anche se “l’esposizione all’inquinamento atmosferico è prevenibile a livello individuale, spetta in definitiva alla politica del governo la responsabilità di proteggere la popolazione da questo grave pericolo per la salute”, sottolineano, “abbiamo bisogno che i pazienti e i loro caregiver diventino sostenitori informati per supportare l’applicazione di politiche a sostegno della qualità dell’aria a livello locale, statale e federale”.

Fonte
Ou JY et al. Fine particulate matter air pollution and mortality among pediatric, adolescent, and young adult cancer patients. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2020 May 13. doi: 10.1158/1055-9965.EPI-19-1363. [Epub ahead of print]

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