Rischio di diabete e prevenzione: quale la strategia migliore?

Quali le probabilità di successo della prevenzione primaria nel rischio di diabete? Secondo un’ampia revisione sistematica con metanalisi pubblicata sul JAMA Internal Medicine alcuni farmaci oppure modifiche dello stile di vita ridurrebbero l’incidenza del diabete in modo simile (36% e 39% rispettivamente). Gli effetti degli interventi farmacologici, tuttavia, non permanevano dopo la loro sospensione, mentre gli effetti delle modifiche degli stili di vita, dopo la sospensione dell’intervento, erano più durevoli, anche se diminuivano nel corso del tempo.

Lo studio. Sono stati individuati 43 studi da includere nella metanalisi, per un totale di 49 029 partecipanti (età media, 57.3 anni; 48.0% [n = 23 549] uomini) su persone adulte a rischio di diabete definito come ridotta tolleranza al glucosio (IGT) o alterata glicemia a digiuno (IFG), o entrambi, seguendo i criteri dell’American Diabetes Association o del WHO. 19 studi valutavano farmaci, 19 modifiche dello stile di vita e 5 farmaci e stili di vita insieme.

Le modifiche allo stile di vita, della durata media di 2,6 anni, erano associate a una riduzione del rischio di diabete del 39% (RR, 0,61; 95% CI, 0,54-0,68).  In particolare, le strategie dietetiche da sole erano associate a una riduzione del rischio del 32%. Gli interventi sull’attività da fisica, da soli, non riducevano in modo significativo il rischio di diabete; solo nello studio “Da Qing IGT and Diabetes” (1997) si avevano dei buoni risultati, usando programmi di attività fisica individualizzati. Combinando dieta e strategie per promuovere l’attività fisica si raggiungevano i risultati migliori con una riduzione del rischio dell 41%. Gli autori della revisione hanno inoltre calcolato che ogni chilogrammo di peso perso era associato a una ulteriore diminuzione del 7% del rischio di sviluppare diabete.

Negli interventi farmacologici, della durata media di 3,1 anni, i soggetti randomizzati ad assumere un farmaco avevano, rispetto a chi non lo assumeva, un rischio inferiore del 36% di ricevere una diagnosi di diabete (RR: 0,64; 95%CI: 0,54-0,76).

Dopo la sospensione degli interventi (follow-up medio 7.2 anni; range, 5.7-9.4 anni) con le modifiche degli stili di vita si raggiungeva una riduzione del rischio di diabete del 28% (RR, 0,72; 95% CI, 0,60-0,86); con i farmaci (follow-up medio, 17 settimane; range, 2-52 settimane) invece non si evidenziava una riduzione del rischio protratta nel tempo (RR, 0,95; 95% CI, 0,79-1,14).

Gli autori fanno anche notare che, per quanto ne sanno, questa è la prima metanalisi che esplora gli effetti a lungo termine degli interventi per la prevenzione del diabete dopo la sospensione del trattamento. “In generale, gli interventi sullo stile di vita danno risultati a lungo termine migliori rispetto ai farmaci, anche se l’effetto diminuisce con il tempo” e concludono che sarebbero necessarie terapie di mantenimento . costo-efficaci di successo per prevenire o ritardare lo sviluppo del diabete”.

Fonte:
Haw JS et al. Long-term Sustainability of Diabetes Prevention Approaches. A Systematic Review and Meta-analysis of Randomized Clinical Trials. JAMA Intern Med 2017; 177(12):1808-17.

Dalla BAL: Stile di vita al top: un alleato contro il diabete di tipo 2, 13 settembre 2017.

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