Statine e colesterolo: il successo non è assicurato

Da uno studio appena pubblicato sulla rivista Heart emerge che più della metà dei pazienti che inizia la terapia con statine non raggiunge una riduzione ottimale del colesterolo entro 2 anni.

Per valutare la risposta del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C) dopo l’inizio del trattamento con le statine e il futuro rischio di malattie cardiovascolari, è stato condotto uno studio di coorte prospettico selezionando 165.411 pazienti dai sistemi informativi dell’assistenza primaria britannica non ancora trattati per malattie cardiache o ictus all’inizio della terapia con le statine. A tutti i soggetti era stato misurato il tasso di colesterolo almeno una volta nell’anno precedente e almeno una volta entro 2 anni dall’inizio delle statine. I dati diagnostici e prescrittivi sono stati collegati agli episodi di trattamento ospedaliero (dati HES) e alle statistiche sulle cause di decesso (dati ONS).

Nel Regno Unito, le attuali linee guida nazionali (NICE) classificano come risposta “subottimale” ogni riduzione del basale LDL-C inferiore al 40% dopo due anni di trattamento con statine. Dei 165.411 pazienti, poco più della metà (51,2%) ha avuto quel tipo di risposta subottimale.

Nel complesso, nel periodo di monitoraggio medio di 6 anni, ci sono stati 22.798 eventi cardiovascolari, 12.142 dei quali in quelli che non hanno raggiunto un livello di colesterolo ottimale e 10.656 in quelli in cui il LDL-C è diminuito del 40% o più.

Dopo aver aggiustato i risultati per fattori potenzialmente rilevanti come l’età, è stato calcolato che i pazienti che non hanno raggiunto una riduzione del 40% dopo 2 anni avevano un rischio aumentato del 22% (HR 1,22, IC 95% 1,19-1,25) di sviluppare una malattia cardiovascolare rispetto ai “responder ottimali”.

In effetti, come rilevano i ricercatori, sia la variabilità biologica e genetica individuale sia il grado di aderenza possono spiegare alcune delle variazioni osservate nella risposta dell’LDL-C alla terapia con statine. Tuttavia, a oggi, non esiste una strategia di gestione nella pratica clinica che tenga conto delle variazioni nella risposta LDL-C, e non ci sono linee guida per lo screening predittivo prima dell’inizio della terapia con statine.

I risultati dello studio britannico confermano sostanzialmente quelli degli studi precedenti e sottolineano la necessità di una medicina personalizzata per combattere il colesterolo alto riducendo i rischi significativamente aumentati di cardiopatie e ictus, tra le principali cause di morte in tutto il mondo.

Fonte
Akyea RK et al. Sub-optimal cholesterol response to initiation of statins and future risk of cardiovascular disease. Heart Published Online First: 15 April 2019. doi: 10.1136/heartjnl-2018-314253

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