Una nuova metanalisi pubblicata sul BMJ conferma l’utilità di abbreviare la durata della doppia terapia antiaggregante (DAPT) dopo intervento coronarico percutaneo (PCI) con uno stent a rilascio di farmaco (DES).
La DAPT, con aspirina e un inibitore del recettore piastrinico P2Y 12, è un punto fermo della cura dei pazienti dopo intervento coronarico percutaneo. La durata raccomandata della terapia è ≥12 mesi per i pazienti con sindrome coronarica acuta (ACS) e 6 mesi per i pazienti con malattia coronarica stabile. Nonostante queste raccomandazioni, il momento ottimale per passare da DAPT a una singola terapia antiaggregante è dibattuto, soprattutto in virtù dei miglioramenti nelle tecnologie DES e dell’avvento di potenti inibitori dei recettori P2Y 12.
Lo studio
Dopo aver interrogato i database Medline, Embase, Cochrane Library per gli studi clinici, PubMed e Web of Science (dal 1983 al 2018), ClinicalTrials.gov e Clinicaltrialsregister.eu, i ricercatori hanno esaminato i dati di 17 studi randomizzati che hanno confrontato, attraverso una network metanalisi, DAPT di breve durata (6 mesi o meno), DAPT standard (12 mesi) e DAPT a lungo termine (più di 12 mesi) in circa 47.000 pazienti adulti (età ≥18 anni). Gli esiti valutati sono stati mortalità cardiaca o non cardiaca, mortalità per tutte le cause, infarto miocardico, trombosi dello stent e tutti gli eventi emorragici.
Rispetto alla DAPT a breve termine, l’analisi ha mostrato che la DAPT a lungo termine ha portato a tassi più alti di sanguinamento maggiore (OR 1,78, IC 95% 1,27-2,49) e morte non cardiaca (OR 1,63, IC 95% 1,03-2,59); la DAPT standard era associato invece a tassi più elevati di sanguinamento (OR 1,39, IC 95% 1,01-1,92). Nessuna differenza rilevante è stata invece osservata per altri endpoint primari. L’analisi di sensibilità ha rivelato che i rischi di morte non cardiaca e sanguinamento sono stati ulteriormente aumentati per oltre 18 mesi di DAPT rispetto al DAPT a breve termine o standard. Nell’analisi di sottogruppo, la DAPT a lungo termine ha portato a mortalità per tutte le cause più alta rispetto alla DAPT a breve termine in pazienti con DES di nuova generazione (1,99, 1,04-3,81); la DAPT a breve termine ha mostrato efficacia e sicurezza simili al DAPT con termine standard nel caso di sindrome coronarica acuta (ACS) e posizionamento di DES di nuova generazione.
In sintesi
Anche se la durata ottimale della DAPT dovrebbe tenere conto dei rischi personali di ischemia e sanguinamento, questo studio (che combina prove da confronti sia diretti che indiretti) suggerisce che la DAPT a breve termine (<6 mesi) possa essere preso in considerazione per la maggior parte dei pazienti con impianti di stent medicati e trattati con clopidogrel, sia nei pazienti con malattia coronarica che nei sottogruppi di pazienti con DES di nuova generazione o sindrome coronarica acuta.
Fonte
Yin Shang-He-Lin et al. Duration of dual antiplatelet therapy after percutaneous coronary intervention with drug-eluting stent: systematic review and network meta-analysis. BMJ 2019; 365 :l2222