Tromboembolia venosa: le nuove linee guida ASH

L’American Society of Hematology ha appena pubblicato su Blood Advances le sue raccomandazioni più recenti per la gestione del tromboembolismo venoso, il trattamento della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare.

La tromboembolia venosa (TEV), che comprende la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP), rappresenta una questione di notevole rilevanza dal punto di vista epidemiologico (circa 300.000-600.000 casi nei soli Stati Uniti ogni anno). Si tratta di linee guida multidisciplinari sviluppate sulla base della metodologia GRADE (http://cebgrade.mcmaster.ca/guidecheck.html) rispetto all’aggiornamento delle prove disponibili e alla formulazione delle raccomandazioni.

I quesiti clinici e gli esiti sono stati stabiliti in base alla loro importanza dai medici e dai pazienti adulti coinvolti. In tutto sono state formulate e approvate 28 raccomandazioni. Tra le raccomandazioni forti in particolare l’uso della terapia trombolitica per i pazienti con EP e compromissione emodinamica, l’uso di un INR compreso tra 2,0 e 3,0 su un intervallo INR inferiore per i pazienti con TEV che usano un antagonista della vitamina K (AVK) in prevenzione secondaria e l’uso di anticoagulanti a tempo indeterminato per pazienti con TEV ricorrente non provocata. Le raccomandazioni condizionali includono la preferenza per il trattamento domiciliare rispetto al trattamento ospedaliero per TVP non complicata ed EP a basso rischio di complicanze e una preferenza per anticoagulanti orali diretti rispetto ad AVK per il trattamento primario della TEV.

In breve alcune delle raccomandazioni più rilevanti:

  • Per i pazienti con trombosi venosa profonda (TVP) non complicata è stato suggerito il trattamento domiciliare rispetto al trattamento ospedaliero.
  • Per i pazienti con embolia polmonare (EP) a basso rischio di complicanze il gruppo suggerisce di offrire il trattamento domiciliare rispetto al trattamento ospedaliero.
  • Per i pazienti con TVP e/o EP, il gruppo suggerisce di utilizzare anticoagulanti orali diretti (DOAC) rispetto agli antagonisti della vitamina K (VKA).
  • Per i pazienti con TVP e/o EP, le linee guida non suggeriscono un DOAC rispetto a un altro.
  • Nella maggior parte dei pazienti con TVP prossimale, è raccomandata la sola terapia anticoagulante rispetto alla terapia trombolitica in aggiunta all’anticoagulazione.
  • Per i pazienti con EP e compromissione emodinamica, il gruppo raccomanda l’uso di terapia trombolitica seguita da anticoagulante rispetto alla sola anticoagulazione.
  • Per i pazienti con TVP estesa in cui la trombolisi è considerata appropriata, il gruppo suggerisce di utilizzare la trombolisi diretta da catetere rispetto alla trombolisi sistemica.
  • Per i pazienti con EP in cui la trombolisi è considerata appropriata, il gruppo suggerisce di utilizzare la trombolisi sistemica rispetto alla trombolisi diretta da catetere.
  • Per i pazienti con TVP prossimale e malattia cardiopolmonare preesistente significativa, così come per i pazienti con EP e compromissione emodinamica, il panel raccomanda soltanto l’anticoagulazione piuttosto che l’anticoagulazione più l’inserimento di un filtro della vena cava inferiore (IVC).
  • Per i pazienti con TVP, con o senza un aumentato rischio di sindrome post-trombotica, le linee guida ASH suggeriscono di non utilizzare di routine le calze compressive.

Fonte
Ortel TL et al. American Society of Hematology 2020 guidelines for management of venous thromboembolism: treatment of deep vein thrombosis and pulmonary embolism. Blood Adv 2020; 4(19): 4693-4738.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *