Un quinto dei casi di carcinoma della cervice uterina, e quasi la metà dei decessi, riguarda donne al di sopra dei 64 anni, ma gli attuali programmi di screening non coinvolgono questa fascia di età. È quanto riferisce un articolo pubblicato sul BMJ, prendendo in considerazione dati relativi al Regno Unito.
Secondo dati relativi al 2013, la proporzione di donne inglesi che ha partecipato nei precedenti cinque anni a programmi di screening cervicale diminuisce con l’età: dall’82.4% nella fascia d’età 50-54 anni, al 75.9% tra i 55-59 anni e 72.7% tra i 60-64 anni. La scarsa percezione del rischio di sviluppare il cancro nella donne appartenenti alla fascia d’età più alta può contribuire alla mancata partecipazione al programma di screening.
La definizione del limite di età per questo tipo di screening risale tuttavia al 1988, quando l’aspettativa di vita era inferiore: “Terminare lo screening a un’età in cui solo metà delle donne che moriranno della malattia si è sottoposta a screening sembra inappropriato”, scrivono Susan M Sherman (Keele University, UK) e collaboratori. In questo modo sono svantaggiate tutte le donne che non si sono sottoposte al Pap-test con regolarità nel corso della vita. Considerando che l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata di almeno 5 anni da quando i programmi di screening sono stati attivati, gli autori suggeriscono di aumentare il limite di età a 70 anni o, in alternativa, sottoporre allo screening le donne over 65 che ne facciano richiesta esplicita, possibilmente utilizzando il nuovo test HPV basato sulla ricerca del DNA del papillomavirus umano sulla superficie del collo dell’utero.
In Italia, i programmi di screening cervicale prevedono che ogni tre anni le donne tra i 25 e i 64 anni vengano sottoposte a un test basato sul Pap-test. Dal 2013, il Ministero della Salute, sulla base di nuove evidenze, ha dato indicazioni per l’introduzione del test HPV come test di screening primario nella fascia d’età 30-64, con un intervallo di 5 anni dopo un test HPV primario negativo. Diverse Regioni stanno riprogrammando, o hanno già riprogrammato in questo senso, i loro programmi di screening.
Sulla base dei dati raccolti dal sistema di sorveglianza Passi, in Italia si sottopone a screening per il tumore della cervice uterina il 77% delle donne tra i 25 e i 64 anni di età; si verificano ogni anno circa 3.500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e 1.500 decessi, nelle seguenti fasce di età: 493 (età 0-49 ) 443 (età 50-69 ) 540 (età 70-84).
Siamo dunque di fronte a una situazione paragonabile a quella britannica: l’obiettivo dovrebbe essere in primo luogo quello di raggiungere quel venti per cento di donne che non si sottopone allo screening. Alla luce dei dati sulla mortalità per questo tipo di tumore e dell’aumento dell’aspettativa di vita, si potrebbe prendere in considerazione l’innalzamento del limite di età.
Fonti:
Sherman SM, Castanon A, Moss E, Redman CWE. Cervical cancer is not just a young woman’s disease. BMJ 2015;350:h2729
Older women ‘ignoring cervical cancer danger, The Guardian, 15 giugno 2015.
AIOM, AIRTUM, CCM. I numeri del cancro in Italia 2014.