Gli obiettivi della rivista. Tutti i medici del mondo lo conoscono come JAMA, ma il suo vero nome è Journal of the American Medical Association: è una tra le riviste mediche più note e diffuse, sulla quale ogni medico vorrebbe riuscire a scrivere.
Per avvicinarci a comprendere l’orientamento culturale del JAMA, vediamo subito quali sono i “critical objectives” della pubblicazione, così come enunciati dalla direzione scientifica del periodico.
Per ulteriori informazioni: The Key and Critical Objectives of JAMA.
La struttura della rivista. Un “quasi decalogo” ambizioso, questo del JAMA, che si traduce settimanalmente in una rivista che si apre con una sezione informativa, molto curata e assai interessante: articoli brevi, segnalazione da altre riviste e da istituzioni statunitensi quali, per esempio, i Centers for Disease Control. Sono preziose, in quest’area, le ampie review tratte dalla rivista Morbidity and Mortality Weekly Report.
Spazio, poi, alle lettere alla rivista (significativamente poste all’inizio del numero, composte al massimo di 600 parole – nel caso di quelle dedicate all’esposizione di case report e corredate da 6 voci bibliografiche), quindi agli articoli originali, sempre autorevoli e dedicati a temi molto rilevanti dal punto di vista clinico e mai più lunghi di 3000 parole. Numerose le pubblicazioni riguardanti gli esiti di sperimentazioni cliniche e metanalisi. Ogni “original article” si apre con un abstract strutturato, articolato in altre parole secondo la scansione dell’IMRAD: Introduzione, Materiali e metodi, Risultati e Discussione. Solo successivamente viene dato spazio agli Editoriali, molto spesso centrati su argomenti approfonditi da “original articles” pubblicati nel medesimo fascicolo.
La storia del JAMA. Fu nel 1847 che Nathan S. Davis fondò l’American Medical Association, nell’ambito della Academy of Natural Sciences, a Filadelfia. L’associazione stilò nello stesso anno un documento sui requisiti della formazione del medico ed un codice di etica medica. Una delle prime fondamentali questioni
affrontate dalla neonata società fu la lotta ai ciarlatani che anche a quel tempo promettevano miracoli circa la salute dei cittadini; nel 1849 l’AMA costituì un comitato di medici dedicato proprio a contrastare il fenomeno della “quackery” in medicina. Nello stesso anno, il fondatore dell’AMA ottenne una cattedra di fisiologia e patologia alla Rush Medical School di Chicago; dopo meno di un decennio, Davis lasciò l’incarico per fondare una nuova scuola, che nel 1892 sarebbe diventata la Northwestern University Medical School. L’organo ufficiale dell’associazione fu fondato nel 1883 e, neanche a dirlo, Nathan Davis fu il primo direttore. Cinque anni dopo, la società iniziò ad elargire grant per la ricerca medico-scientifica. Il JAMA è dunque l’organo ufficiale della American Medical Association. Per questa ragione, ha un ruolo delicato, di non facile gestione anche per le leadership più carismatiche. Tra i temi che più spesso la rivista ha deciso di approfondire in questi ultimi anni segnaliamo il conflitto di interessi in medicina e la revisione critica della letteratura biomedica.
Del JAMA vanno ricordati, tra i numerosi meriti, l’impegno per accrescere la consapevolezza degli utenti dei servizi sanitari e le competenze del medico riguardanti la valutazione critica delle informazioni mediche. In chiusura di ogni fascicolo della rivista è ospitata la “Patient’s page”: poche righe che spiegano in modo estremamente sintetico un problema clinico, una specifica attività di medicina preventiva, utilizzando parole semplici, frasi brevi, messaggi chiari e univoci. E’ un esempio di corretta “divulgazione” medica.